Firmato dai Ministeri dell’Ambiente e dell’Economia l’atteso decreto che istituirà il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, RenTRi. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale al via il conto alla rovescia per le iscrizioni, che non partiranno prima di ottobre del 2024
La nuova tracciabilità dei rifiuti è ai nastri di partenza. Ancora qualche giorno, poi partirà ufficialmente il conto alla rovescia per le iscrizioni alla piattaforma digitale RenTRi secondo le tempistiche scandite dal decreto interministeriale che, dopo le firme dei ministri dell’Ambiente e dell’Economia – e la bollinatura della Ragioneria dello Stato – è ormai pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La notizia è stata diffusa ieri nel corso di un digital talk di Ricicla.tv dedicato alle ultime novità in materia di adempimenti ambientali. “Da fonti attendibili abbiamo appreso che il decreto è stato firmato dai due dicasteri ed è pronto per la Gazzetta” ha spiegato Giovanni Paone, amministratore unico di Nica. La pubblicazione arriverà con qualche giorno di ritardo rispetto alla milestone PNRR del 31 marzo fissata dal cronoprogramma della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare. Lo slittamento sarebbe da imputare al passaggio in Ragioneria – che inizialmente non era previsto e che è stato richiesto dal Consiglio di Stato – ma anche a un esame da parte del MEF rivelatosi più lungo del previsto. Segno del fatto che c’è grande attenzione ai risvolti economici del debutto della nuova piattaforma, le cui spese di istituzione sono coperte da un apposito stanziamento da 1,61 milioni di euro, mentre gli oneri di funzionamento saranno sostenuti con i contributi annuali versati dai soggetti obbligati.
Stando allo schema di decreto notificato alla Commissione Ue, rispetto al quale non dovrebbero esserci modifiche sostanziali, le iscrizioni al sistema saranno scaglionate e comprese in un periodo che va dai 18 ai 30 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, a seconda delle dimensioni delle aziende. Le prime adesioni, riservate ai produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti, arriveranno quindi a partire da ottobre 2024. Da quella data i soggetti obbligati avranno poi 60 giorni di tempo per completare l’iscrizione. Un “generoso regime transitorio”, come l’ha definito il Consiglio di Stato, che servirà a scongiurare il rischio di false partenze e catastrofici ‘click day’ come quelli che accompagnarono il debutto del controverso Sistri, ma anche a definire al meglio le modalità operative del sistema. Altro elemento di discontinuità rispetto alla fallimentare piattaforma di tracciabilità targata Finmeccanica, infatti, sarà rappresentato dalle norme tecniche che disciplineranno il funzionamento del RenTRi, la cui definizione non sarà più demandata a decreti ministeriali, com’era con il Sistri, bensì a più snelli decreti direttoriali, che saranno messi a punto dalla direzione generale per l’economia circolare del Ministero dell’Ambiente. “Una scelta che consentirà alla normativa tecnica di tenere il passo dell’evoluzione tecnologica”, chiarisce Paone, restando sempre allineata alle esigenze operative delle imprese.
La pubblicazione delle istruzioni operative seguirà a stretto giro l’entrata in vigore del decreto, garantiscono fonti del Ministero dell’Ambiente, partendo con le modalità di accreditamento alla piattaforma e passando per quelle di tenuta dei nuovi modelli di registri di carico e scarico e dei formulari che saranno introdotti dal decreto interministeriale di imminente pubblicazione. Anche dopo l’entrata in vigore del regolamento RenTRi, sia le modalità di tenuta che quelle di trasmissione dei dati di registri e fir continueranno a essere oggetto della sperimentazione coordinata dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali con la collaborazione delle associazioni datoriali e delle software house. I test, partiti alla fine del 2021, hanno fin qui registrato 1876 utenti, che hanno sperimentato con successo circa 500mila movimentazioni virtuali. Operazioni che serviranno proprio a tarare al meglio i futuri decreti direttoriali. “Invitiamo le aziende ad aderire alla sperimentazione, soprattutto alla luce della pubblicazione dei nuovi modelli di registri e formulari – ha sottolineato Tiziana Cefis, consulente ambientale dello studio TeA Consulting – per rendersi partecipi della costruzione di un sistema nato in forma condivisa, a differenza di Sistri, e anche per poter proporre gli eventuali aggiustamenti che consentiranno di partire con il piede giusto”.
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