La Capitale avrà un suo impianto di recupero energetico da 600mila tonnellate. Il sindaco Roberto Gualtieri: “Tagliamo del 90% il fabbisogno di smaltimento in discarica”
Stop ai viaggi dei rifiuti e al dominio assoluto delle discariche: la città di Roma avrà un suo termovalorizzatore. La voce, che circolava da giorni, è stata confermata dal sindaco Roberto Gualtieri nel corso dell’assemblea capitolina straordinaria sui rifiuti. “Abbiamo deciso di dotarci – ha detto Gualtieri – di un impianto di termovalorizzazione da 600 mila tonnellate annue che ci consenta di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche. Un tipo di impianto che avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo”. L’impianto, ha rivelato Gualtieri, sarà “a totale controllo pubblico” e sarà modellato sul celebre stabilimento di Amager Bakke, a Copenhagen. “Dopo la sua realizzazione – ha spiegato Gualtieri – avremo bisogno soltanto di una piccola discarica da 60 mila tonnellate all’anno” per lo smaltimento delle “ceneri inerti”.
L’annuncio arriva nei giorni dell’ennesima crisi del sistema capitolino di gestione provocata dalla chiusura della discarica di Albano Laziale. Al momento, ha ricordato il sindaco, Roma manda in discarica 450mila tonnellate l’anno di rifiuti, pari al 30% di quelli prodotti. Dato decisamente distante dal tetto massimo del 10% che l’Unione Europea chiede di raggiungere entro il 2035. Un fabbisogno di smaltimento da 1200 tonnellate al giorno, quello della Capitale, che oggi viene soddisfatto ricorrendo in minima parte all’unico impianto di recupero energetico attivo in Regione, quello di San Vittore, e per la parte restante alle discariche regionali. Quando queste non bastano più, l’unica alternativa resta quella dei costosi e impattanti viaggi verso altre regioni o nazioni. “L’attuale ciclo dei rifiuti – ha commentato Gualtieri – vive in una situazione di cronica e latente emergenza. La fragilità degli sbocchi, figlia di una pressoché totale assenza di una dotazione organica di impianti, impedisce di avere un controllo del servizio e di compiere quel salto di qualità che i romani chiedono e meritano. Una situazione resa ancora più acuta negli anni dall’assenza di una capacità di pianificazione” ha detto il sindaco.
Proprio sul tema della pianificazione era intervenuta la scorsa settimana a Ricicla.tv l’assessora capitolina ai rifiuti Sabrina Alfonsi, sottolinenando come il piano regionale attualmente in vigore sia stato definito “sulla base di dati ideologici, assolutamente non reali, rispetto alla città di Roma. Questo non ha consentito il benché minimo passo in avanti” aveva detto Alfonsi, ricordando che “per i rifiuti che produce, Roma dovrebbe trovare una discarica ogni due o tre anni. Se anche arrivassimo al 65% di differenziata – aveva dichiarato – è evidente che per raggiungere questi obiettivi la Capitale deve dotarsi di altri impianti“. Una chiara apertura alla possibilità di dotare il ciclo di nuovi impianti di recupero energetico.