Torna a crescere la produzione di rifiuti urbani in UE, così come crescono le quantità avviate a riciclo e compostaggio. Questo il quadro tracciato da Eurostat in un report su produzione e trattamento dei rifiuti urbani nel 2015, basato su dati provenienti da 26 Paesi dell’UE (senza Grecia e Irlanda). La quantità pro capite di pattume generata in UE nel 2015 è stata pari a 477 kg, in calo del 9% rispetto al suo picco di 527 kg per persona nel 2002, ma in leggero aumento, per la prima volta dal 2007, dai 474 kg registrati nel 2014.
Significative le differenze tra i vari Stati membri, spiega Eurostat. Con meno di 300 kg per persona, Romania (sulla base dei dati 2014) e Polonia hanno generato nel 2015 le quantità più basse di rifiuti urbani, seguite da Repubblica Ceca e Slovacchia (entrambe poco più di 300 kg a persona). All’estremità opposta della scala, la Danimarca (789 kg per persona) ha fatto segnare nel 2015 la più alta quantità di rifiuti prodotti, ben prima di Cipro, Germania, Lussemburgo e Malta, dove la quantità di rifiuti prodotti per persona è stata comunque superiore ai 600 kg. Le differenze, chiarisce però Eurostat, potrebbero in parte essere collegate alle diverse definizioni di rifiuto urbano date dai vari Stati membri.
Sul fronte della gestione, complessivamente nel 2015 il 29% dei rifiuti urbani è stato riciclato, il 28% è finito in discarica, il 26% è stato incenerito e il 17% compostato. La quota di rifiuti urbani riciclati o compostati nell’UE è costantemente aumentata nel tempo, passando dal 17% nel 1995 al 46% nel 2015. Il riciclo e il compostaggio insieme hanno rappresentato oltre due terzi del trattamento dei rifiuti in Germania (68%), e più della metà in Austria e Slovenia (entrambe 58%), Belgio (55%) e Paesi Bassi (52%).