Tramontata definitivamente l’ipotesi di proroga per la nuova classificazione dei rifiuti, i comuni tornano alla carica con la richiesta di una proroga soft, stavolta solo per la parte della normativa che riguarda la possibilità per le utenze non domestiche di affidarsi al mercato e non al servizio pubblico per la gestione dei propri rifiuti urbani e di ricevere riduzioni della tariffa se dimostrano di averli avviati a recupero. Lo scrivono Anci e Utilitalia in una nota inviata ai Ministeri della Transizione ecologica e delle Finanze in merito alla bozza di circolare che Ricicla.tv ha potuto visionare la scorsa settimana e che dovrebbe sciogliere i nodi residui in merito all’applicazione della disciplina introdotta dal decreto legislativo 116 del 2020.
Nella bozza i due dicasteri hanno previsto di fissare al 30 giugno di ogni anno il termine ultimo entro il quale «l’utente produttore è tenuto a comunicare formalmente all’ente gestore di ambito ottimale, ove costituito ed operante, ovvero al Comune di appartenenza la scelta di avvalersi o meno del servizio pubblico di raccolta» in riferimento all’esercizio successivo. Precisazione che basta già da sola a rendere la nuova disciplina non applicabile prima del 2022. Anci e Utilitalia chiedono però un «rafforzamento del concetto» con l’introduzione nella circolare di un rinvio esplicito al prossimo anno e il mantenimento in via straordinaria per il 2021 dell’attuale regime. Ovvero quello degli ex-assimilati, con riduzioni della parte variabile della Tari in relazione alle quantità avviate a “riciclo” dalle utenze non domestiche tramite operatori privati.
«Questa interpretazione garantirebbe – scrivono Anci e Utilitalia – un’ordinata rappresentazione circa l’affidamento al servizio pubblico della raccolta di rifiuti urbani da parte di attività produttive, permettendo quindi agli enti territoriali competenti di attuare una attenta e congrua programmazione delle attività per l’anno successivo, sia in ordine alla definizione del perimetro del servizio sia alle risorse economiche disponibili e a esso dedicate. Da ultimo gli Enti Territoriali Competenti usufruirebbero dei tempi tecnici necessari per modificare i regolamenti Tari entro la fine del 2021, auspicabilmente su quelle basi certe che deriverebbero dalla necessaria modifica normativa di coordinamento tra la Tari e il TUA, evitando difficoltà applicative e i contenziosi che deriverebbero dal mancato coordinamento delle disposizioni regolamentari con le nuove norme«.