Un investimento da 80 milioni di euro che potrebbe contribuire in maniera significativa a ridurre il gap di trattamento dei rifiuti in due delle Regioni più inefficienti d’Italia, Lazio e Campania, ma anche a decarbonizzare i consumi energetici in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. È quello messo in campo da Sersys Ambiente, che nelle scorse settimane ha avviato le procedure di autorizzazione per la realizzazione di due impianti di produzione di biometano da frazione organica del rifiuto solido urbano nei comuni di Civitavecchia e Gricignano d’Aversa (Caserta), con una potenzialità complessiva prevista di 230mila tonnellate l’anno, di cui 190mila tonnellate di rifiuti organici provenienti principalmente dalle raccolte differenziate dell’umido e 40mila tonnellate provenienti dalla manutenzione del verde.
I rifiuti, spiega Sersys, saranno sottoposti a un processo di digestione anaerobica tramite cui, in assenza di ossigeno e grazie a reazioni biochimiche a opera di specifici batteri, la sostanza organica viene trasformata in biogas (costituito per il 50%-60% da metano e il 30%-40% da anidride carbonica). Un successivo processo di purificazione (eliminazione di CO2, umidità e impurità) e raffinazione del biogas permette di ottenere il biometano, un prodotto ecosostenibile e fonte energetica rinnovabile, mentre ciò che resta dal trattamento anaerobico, il cosiddetto digestato, è un ottimo fertilizzante naturale in grado di sostituire la concimazione chimica di origine fossile. Il tutto, a differenza dei classici impianti di compostaggio aerobico, in ambiente chiuso, quindi limitando al massimo le emissioni odorigene.
«Le due richieste di autorizzazioni costituiscono il primo passo di una più articolata strategia di investimento di Sersys Ambiente nel campo delle energie rinnovabili e del biometano, in particolare – ha evidenziato Marco Steardo – AD di Sersys Ambiente – attraverso la costituzione di nuove realtà sul territorio o l’acquisizione di impianti esistenti, puntiamo a diventare nel medio periodo un attore strategico nella produzione di biometano, un settore che presenta grandi potenzialità anche nel campo dei trasporti e della mobilità sostenibile e può costituire la via italiana alla decarbonizzazione». E in effetti il solo biometano prodotto dai due impianti consentirà di risparmiare un quantitativo annuo di energia equivalente a quello prodotta da oltre 13mila tonnellate di petrolio. Un contributo importante al percorso verso gli obiettivi del Green Deal europeo: riduzione delle emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e raggiungimento della neutralità carbonica al 2050.
Senza dimenticare che oggi Lazio e Campania sono le due regioni d’Italia che più di tutte esportano rifiuti organici fuori dai propri confini per l’assenza di impianti di trattamento sul territorio. Secondo l’ultimo rapporto Ispra, nel 2019 la prima ha esportato 245mila delle 550mila tonnellate raccolte mentre la seconda circa 425mila su un totale di 619mila tonnellate. Dove? Soprattutto in Veneto (218mila tonnellate dalla Campania e 109mila dal Lazio) ma anche in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Puglia, Umbria, Abruzzo, Molise, tra le altre. Totale esportato: 670mila tonnellate, quantità che i due nuovi impianti di Sersys potrebbero tagliare di oltre un terzo.
Il condizionale è d’obbligo, visto che sia a Civitavecchia che a Gricignano già si levano cori di protesta contro le due iniziative, sebbene entrambi i progetti garantiscano l’abbattimento dell’impatto sull’ambiente circostante grazie all’impiego delle migliori tecnologie disponibili, prevedendo la depurazione di tutti i liquidi e il trattamento dell’aria per tutte le fasi che possano generare fenomeni odorigeni, «Per promuovere una corretta e trasparente informazione relativa agli impianti, in merito alle loro caratteristiche tecnologiche e alle loro prestazioni ambientali, e favorire la partecipazione della cittadinanza – garantisce Steardo – promuoveremo un percorso di condivisione, mettendo in campo strumenti e attività di comunicazione che faciliteranno il dialogo con il territorio». Nel frattempo, la scorsa settimana è partita anche la gara d’appalto per il nuovo impianto di trattamento aerobico da 10mila tonnellate nell’impianto Tmb di Tufino, nell’ambito del progetto da 13 nuovi impianti lanciato nel 2016 dalla Regione Campania. Impianti ancora tutti, o quasi, sulla carta.