Con l’approvazione del decreto milleproroghe vengono rinviate le scadenze per la revisione del decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione e per l’adeguamento delle autorizzazioni. Gava: “Entro la prossima settimana apriamo le consultazioni con i portatori di interesse”
Gli operatori del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione avranno tempo fino al 4 maggio del 2024 per adeguare le proprie autorizzazioni ai parametri del decreto end of waste, che fino al 4 novembre di quest’anno potrà invece essere rivisto nell’ambito del tavolo di lavoro convocato dal Ministero dell’Ambiente con le associazioni di categoria. Queste le nuove scadenze disposte dal decreto milleproroghe, che si appresta a diventare legge dopo aver incassato nella serata di mercoledì il voto favorevole della Camera sulla questione di fiducia posta dal governo. All’apparenza un semplice balletto di date, nella sostanza una risposta alla gravità degli appelli degli operatori, che da mesi – in testa l’associazione dei produttori di aggregati riciclati ANPAR – chiedono una revisione del regolamento, formalmente in vigore dallo scorso 4 novembre, per scongiurare lo stallo della filiera della raccolta e avvio a riciclo dei rifiuti prodotti dai cantieri dell’edilizia e delle infrastrutture.
Secondo le imprese, il regolamento che dovrebbe promuovere il riciclo avanzato dei rifiuti da costruzione e demolizione finalizzato alla produzione di aggregati riciclati presenta in realtà profili di criticità tali da compromettere le principali operazioni di recupero fino a condurre al blocco degli impianti. A partire dai limiti di concentrazione fissati dalla tabella 2 per la ricerca di contaminanti nella matrice solida degli aggregati riciclati prodotti dal trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione. Parametri considerati troppo restrittivi, soprattutto per sostanze come IPA e cromo esavalente, e tali secondo ANPAR da impedire quasi del tutto le operazioni di riciclo. Piuttosto che spingere l’utilizzo degli aggregati in applicazioni di qualità, denuncia l’associazione, il regolamento finirebbe per far crollare il tasso di impiego degli aggregati in rilevati e sottofondi stradali, nei quali oggi trovano collocazione quasi tutti i 40 milioni di tonnellate generati dalle imprese italiane del recupero. Cosa che farebbe passare il tasso di riciclo dell’Italia dall’attuale 78%, in linea con l’obiettivo UE del 70% al 2020, al 10-15%.
Agli allarmi delle imprese il Ministero dell’Ambiente ha risposto assicurando che il decreto sarà rivisto nel rispetto della clausola di riesame contenuta nel testo del regolamento, che in origine fissava il termine per l’eventuale rettifica a 180 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento e che invece il milleproroghe, per effetto di due emendamenti approvati nel corso dell’esame in Senato, prolunga di ulteriori 180 giorni, spostandola quindi al prossimo 4 novembre. Ieri, nel corso dell’ultimo incontro con le associazioni, il vice ministro Vannia Gava è tornata a garantire piena apertura al dialogo. “Siamo consapevoli delle criticità avanzate sul decreto end of waste inerti – ha scritto in una nota – siamo al lavoro per tenere dentro le osservazioni più significative. Già la prossima settimana verranno avviate le consultazioni formali con gli operatori per giungere all’adozione di un nuovo decreto in tempi rapidi”. Stando a quanto riferito a Ricicla.tv dal presidente di ANPAR Paolo Barberi “il nuovo decreto potrebbe essere pubblicato agli inizi del 2024″, dopo una nuova notifica alla Commissione europea. Anche se ancora non si conoscono i dettagli della proposta di nuovo regolamento che sarà presentata dal Ministero, già nei mesi scorsi il capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile Laura D’Aprile aveva aperto a una possibile modulazione dei parametri della tabella 2 sulla base dell’uso cui gli aggregati riciclati sono destinati.
Accanto al rinvio delle scadenze per l’end of waste sui rifiuti inerti la conversione in legge del decreto milleproroghe porta con sé altri interventi in materia di rifiuti e riciclo. Viene prolungato fino a fine 2023 l’obbligo di notifica preventiva per le esportazioni extra UE di rottami ferrosi introdotto con il decreto ‘Ucraina bis’, anche se limitatamente ai carichi superiori alle 250 tonnellate. Spostato a fine dicembre anche il termine ultimo per l’adozione del regolamento del Ministero dell’Ambiente sulle modalità di incentivazione del biometano previsto dal decreto legislativo di recepimento della cosiddetta direttiva ‘RED II’ sulle energie rinnovabili (termine inizialmente fissato al 13 giugno 2022). Sempre al 31 dicembre di quest’anno è prolungata anche la deroga per i cementifici introdotta dal cosiddetto decreto ‘bollette’, in virtù della quale per gli impianti autorizzati al recupero di rifiuti R1 “con limiti quantitativi orari, giornalieri o riferiti ad altro periodo inferiore all’anno, si considera vincolante soltanto il quantitativo massimo annuo di utilizzo”, previa comunicazione all’ente che ha rilasciato l’autorizzazione e all’agenzia regionale per l’ambiente di riferimento.