Il Ministero dell’Ambiente lavorerà per allungare di altri sei mesi il periodo transitorio per l’adeguamento delle autorizzazioni alla nuova disciplina end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione. Lo ha comunicato Anpar al termine di un incontro alla presenza, tra gli altri, del vice ministro Vannia Gava
Il Ministero dell’Ambiente lavorerà per allungare di altri sei mesi il periodo concesso agli operatori per adeguare ai parametri del decreto end of waste le proprie autorizzazioni al recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione. Lo ha comunicato l’associazione dei riciclatori Anpar al termine di un incontro con il vice ministro Vannia Gava nell’ambito del tavolo di lavoro per la modifica della nuova disciplina sulla cessazione della qualifica di rifiuto.
Il regolamento, in vigore dallo scorso 4 novembre, prevede infatti una clausola di revisione in virtù della quale entro sei mesi (quindi entro il prossimo 4 maggio) il Ministero dell’Ambiente dovrà valutare eventuali correttivi alla disciplina. Entro lo stesso termine gli operatori dovrebbero adeguare le proprie autorizzazioni, ma secondo Anpar i tempi non sarebbero sufficienti. Alle preoccupazioni dell’associazione il dicastero ha risposto garantendo “l’introduzione nel decreto milleproroghe di prossima pubblicazione di una posticipazione della data di adeguamento delle autorizzazioni di altri sei mesi“, scrive l’associazione in una nota. Al momento gli emendamenti al milleproroghe depositati in Senato con la richiesta di allungare il periodo transitorio per l’adeguamento delle autorizzazioni sono sette (di cui due segnalati), presentati dalle principali forze politiche di maggioranza e opposizione a eccezione del Movimento 5 Stelle. Il parere favorevole del governo rende quindi più che probabile l’ok alla proroga dei termini.
Nel corso dell’incontro Anpar è tornata a sottolineare i principali profili di criticità della disciplina, a partire dai limiti di concentrazione fissati dalla tabella 2 per la ricerca di contaminanti nella matrice solida degli aggregati riciclati prodotti dal trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione. Parametri considerati troppo restrittivi, soprattutto per sostanze come IPA e cromo esavalente, e tali secondo Anpar da impedire quasi del tutto le operazioni di riciclo. Un allarme che nei mesi scorsi era stato lanciato dall’intera filiera dell’edilizia e delle costruzioni, ma anche da enti territoriali come Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano.
Preoccupazioni alle quali il Ministero aveva già dato una prima risposta dicendosi pronto a valutare una modulazione dei valori tabellari sulla base degli usi cui gli aggregati riciclati sono destinati. “Probabilmente l’approccio tabellare, netto, sui valori limite dev’essere mitigato anche dalle condizioni di utilizzo, cioè da un ricorso più ampio all’analisi di rischio – aveva dichiarato il capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE Laura D’Aprile, nel corso di un workshop coordinato da Città Metropolitana di Milano e Assimpredil Ance “perché – spiegava D’Aprile – un conto è se vado a mettere questi materiali in un giardino pubblico, un conto se vado a metterli sul sottofondo di un autostrada dove ci sono solo veicoli che passano”.
Nel corso dell’ultimo incontro, riporta Anpar, il ministero è tornato a rassicurare gli operatori sulla disponibilità del a tener conto nella revisione del testo di tutte le osservazioni presentate dalle associazioni e anche dagli altri enti consultati, tra i quali la regione Lombardia. Il prossimo appuntamento, spiega l’associazione, è fissato tra una quindicina di giorni “quando i funzionari del ministero in collaborazione con quelli di Ispra e dell’Istituto Superiore di Sanità saranno in grado di produrre una bozza del nuovo regolamento da sottoporre al parere degli stakeholders” ha chiarito Anpar.