Un “intervento prioritario ed urgente” rispetto ai “profili di criticità che stanno emergendo in fase di prima applicazione della metodologia”. Questo l’appello di Assoambiente, contenuto in una nota consegnata oggi all’autorità nazionale di regolazione Arera, nella quale l’associazione chiede di rivedere i meccanismi del metodo tariffario rifiuti, o MTR, adottato dall’authority a fine 2019. “Il nuovo assetto di governance e le prime regole elaborate da Arera per il comparto rifiuti – si legge nella nota – si sono, sin da subito, scontrati con due problematiche”: la difficoltà di tradurre nella pratica un modello fortemente innovativo e “connotato da grande discontinuità con il passato”, e l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla continuità dei servizi di gestione dei rifiuti urbani “e sul necessario adattamento della nuova regolazione al nuovo assetto venutosi a creare sia dal lato industriale (i servizi hanno subito cambiamenti) sia dal lato dell’utenza (sulla possibilità per la cittadinanza di pagare la tariffa rifiuti)”.
L’emergenza coronavirus, del resto, ha travolto le imprese di gestione rifiuti proprio mentre queste erano alle prese col “rodaggio” del nuovo metodo tariffario, un “cammino già di suo molto complesso” si legge nella nota di Assoambiente. Se nei giorni del Covid “il blocco del sistema produttivo ha determinato una variazione delle tipologie e dei quantitativi dei rifiuti da gestire” con “la riduzione dei volumi di rifiuti raccolti”, lo stesso non si può dire dei costi sostenuti dalle imprese, principalmente fissi, sui quali hanno pesato fattori come l’acquisto di DPI, la riorganizzazione del servizio, la formazione del personale, il mancato introito dalla vendita di materiali raccolti in maniera differenziata dovuto “ad una più limitata disponibilità di assorbimento nei cicli produttivi a causa della chiusura di industrie operanti nelle filiere di tali frazioni”. A questo si aggiungono le “difficoltà per il pagamento delle fatture dei gestori rifiuti” legate al minore incasso dei tributi da parte dei Comuni “con seri problemi di tenuta dell’intero sistema“.
In questo contesto già “provato”, la nuova regolazione, scrive Assoambiente, “sta generando importanti effetti destabilizzanti sia dal punto di vista degli investimenti pianificati che dal punto di vista della complessiva programmazione societaria”. Ecco perchè l’associazione chiede un intervento rapido di Arera. In primo luogo sull’applicazione del MTR ai contratti in essere, che “sta generando grandi difficoltà applicative, anche a causa dell’assenza di schemi-tipo di contratti di servizio” e rispetto alla quale si chiede di chiarire metodi e tempistiche della modifica, introducendo da subito schemi tipo di contratti di servizio. Assoambiente chiede poi ad Arera di definire in maniera chiara, trasparente e oggettiva i criteri e le condizioni avverate le quali (o in assenza delle quali) si possa ritenere che sussista (o non sussista) l’equilibrio economico finanziario dell’affidamento. Da ultimo l’associazione sottolinea la necessità di definire strumenti a garanzia dei gestori in caso di “non condivisione” con gli Enti competenti, per dirimere “le questioni contenziose o l’inerzia con proprio intervento sostitutivo autonomamente attivabile da parte del gestore”.