Il settore del riciclo e del recupero della carta vive un momento di difficoltà che l’emergenza Coronavirus non sta facendo altro che accentuare. “Il nostro comparto – dichiara Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima – è uno di quelli che deve continuare a lavorare perché è un servizio di pubblica utilità. Noi abbiamo indirizzato una lettera alla Protezione civile e al Commissario perché, nonostante le nostre imprese operino rispettando le disposizioni di legge previste dalle norme sulla sicurezza sul lavoro, le mascherine in questo momento scarseggiano e se ci sono hanno costi elevatissimi perciò abbiamo chiesto che ci diano disponibilità di accesso a questi presidi ovviamente in via preferenziale insieme con altri settori che non possono fermarsi”.
Ma i problemi del comparto sono anche di carattere strutturale. “Innanzitutto il nostro settore – spiega Francesco Sicilia – ha un problema particolare cioè quello dei crediti che vanta presso la pubblica amministrazione, noi abbiamo un problema di liquidità. Per questo abbiamo indirizzato una lettera al ministro delle Finanze Gualtieri, dello Sviluppo Economico Patuanelli e a quello dell’Ambiente Sergio Costa – continua Sicilia – per avere provvedimenti a breve termine ma non solo. Le nostre richieste vengono da lontano perché il nostro è un settore che vive una profonda crisi. Basti pensare al crollo delle esportazioni verso la Cina, principale Paese di destinazione, con una conseguente caduta dei prezzi di mercato della materia prima secondaria (-90% da gennaio 2019 a gennaio 2020) per eccesso di domanda rispetto all’offerta. In una situazione come quella attuale oltre alle emergenze strutturali si sommano anche quelle dovute al Coronavirus”.
Unirima, pertanto, lancia un appello alle istituzioni affinché agiscano con provvedimenti immediati, sia di carattere economico-finanziario che di deroga ad adempimenti normativi, volti a salvaguardare le imprese e i lavoratori della filiera del riciclo meccanico della carta, che sono: la sospensione per il 2020 mesi dell’imposizione fiscale a carico delle imprese; sgravi fiscali facili da applicare come la riduzione del costo dell’energia elettrica; disposizione alle banche per dare maggior credito alle imprese del settore; favorire i mercati di sbocco delle materie prime seconde supportando l’export con accordi bilaterali.