Dalla bottiglia alla bottiglia. Questo l’obiettivo del consorzio autonomo Coripet, che dopo un esame durato due anni è stato ufficialmente autorizzato dal ministero dell’Ambiente e può quindi iniziare ad operare sul mercato degli imballaggi in plastica al pari degli altri operatori già autorizzati come Corepla, Conip e Pari. Il progetto, avallato dal Ministero a valle di una lunga istruttoria nel corso della quale non sono mancate le polemiche, prevede che il quantitativo di bottiglie in plastica immesse sul mercato dalle acque minerali consorziate (Acque Minerali d’Italia, Ferrarelle, Lete, Gruppo Sanpellegrino e Drink Cup) sia raccolto nelle quantità obbligatorie per legge ed avviato al riciclo meccanico (oggi almeno il 60%) dai riciclatori consorziati (Aliplast, Dentis Recycling Italy e Valplastic). Non si tratta di quantità irrilevanti, visto che i membri di Coripet rappresentano, sul fronte della produzione, il 25% del mercato nazionale di imballaggi per liquidi alimentari.
Il vero elemento di novità però è rappresentato dal fatto che le aziende che gestiranno la fase del riciclo sono tutte in possesso del parere positivo di Efsa per la produzione di RPET idoneo al diretto contatto alimentare. Ciò significa che le bottiglie raccolte potranno essere trasformate in nuove bottiglie. “Siamo lieti – ha dichiarato Giancarlo Longhi, presidente del consorzio – di poter avviare il nostro progetto di economia circolare per raggiungere obiettivi di riciclo sempre più ambiziosi, grazie anche a nuove modalità che coinvolgano e incentivino non solo i Comuni, ma anche direttamente i cittadini. Desideriamo che il riciclo da bottiglia a nuova bottiglia diventi una possibilità concreta per i cittadini e le aziende”. Due le modalità previste per intercettare i contenitori post consumo: attraverso la raccolta differenziata operata dai Comuni ed attraverso gli eco-compattatori che saranno installati, almeno in una prima fase, presso i supermercati.
Una buona notizia, all’alba dei nuovi, sfidanti obiettivi che l’Europa si prepara a varare con il pacchetto economia circolare, che per gli imballaggi in plastica prevede un minimo di riciclo del 50% entro il 2025. Attualmente l’Italia è al 41%. “Alla luce dei nuovi ed ambiziosi obiettivi europei di riciclo il riconoscimento di Coripet è un chiaro segnale che va nella direzione indicata dall’Europa: riciclare sempre di più e con una migliore qualità”. Del resto quello della qualità è un requisito fondamentale, sia nella fase di raccolta che in quello di riciclo, perché dalle bottiglie raccolte si possano ricavare nuove bottiglie adatte al contatto con alimenti. Non a caso la maggior parte degli imballaggi in Pet post consumo raccolti oggi in Italia viene trasformata in prodotti non destinati al mercato alimentare: dai tessuti in pile alle componenti per scooter.
Insomma, da domani l’Italia avrà un alleato in più nella sfida per aumentare qualità e quantità dei rifiuti avviati a riciclo. Il progetto, chiarisce però il consorzio, non vuole sostituirsi all’attuale funzionamento dei sistemi di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, gestiti in massima parte in vitù dell’accordo quadro Anci-Corepla, ma punta piuttosto ad integrarlo. “Inizieremo ad operare in sinergia e collaborazione con tutta la filiera – sottolinea Longhi – dall’attuale sistema consortile, ai Comuni, che rappresentano l’indispensabile anello di congiunzione con i cittadini, agli impianti di selezione, alla grande distribuzione che, da tempo, si è mostrata attenta al nostro progetto”.