Già 60 ore di formazione erogate e un calendario di 50 eventi territoriali pronto a partire: così l’Albo Nazionale Gestori Ambientali sta puntando sulla formazione per disinnescare la paura per la prossima apertura delle prime iscrizioni al nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRI. “È una rivoluzione culturale – spiega il presidente Daniele Gizzi – e va accompagnata con trasparenza e chiarezza”
“La piattaforma, a livello tecnologico, non presenta problemi. Ce lo dicono i numeri dell’area demo, che sono in aumento”. E che, spiega a Ricicla.tv il presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali Daniele Gizzi, consentono di guardare con ottimismo al prossimo 15 dicembre, quando partirà ufficialmente il primo scaglione di iscrizioni al nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRI. Ottimismo che in questa fase fa da contrappeso ai timori delle imprese per una rivoluzione digitale che obbligherà produttori, trasportatori e gestori di rifiuti a rivedere procedure e prassi aziendali, abbandonando progressivamente gli adempimenti cartacei e abbracciando i nuovi strumenti della tracciabilità informatica.
“Dalla mole di quesiti che riceviamo, e dalla complessità di alcuni di questi, percepiamo questo timore – ammette Gizzi – ma sono ottimista“. Anche perché, nella sua funzione di supporto tecnico al Ministero dell’Ambiente per la messa a regime del sistema, l’Albo Nazionale Gestori Ambientali ha messo in campo già da diversi mesi progetti e risorse per informare e formare gli operatori. “Dal 16 aprile al 23 luglio abbiamo erogato circa 20 webinar istituzionali gratuiti per 60 ore di formazione – spiega Gizzi – illustrando il funzionamento dell’area demo e le modalità di compilazione di registri di carico e scarico e formulari. In queste 60 ore abbiamo raggiunto 15.500 soggetti, tra imprese e associazioni datoriali, senza dimenticare le software house che stanno, o in molti casi hanno già, adeguato i propri sistemi gestionali al RENTRI”.
Se c’è una leva per sollevare le imprese da dubbi e paure (e magari anche per allontanare la tentazione di riporre tutte le speranze in una proroga dell’ultimo minuto) è quella della formazione. “Chiaramente 15.500 soggetti non rappresentano la totalità degli obbligati all’iscrizione al RENTRI”, spiega Gizzi, ma i numeri sono destinati ad aumentare di pari passo con l’approssimarsi del debutto della piattaforma. “Le sezioni regionali dell’Albo hanno in programma da qui a dicembre circa 50 webinar territoriali, con la stessa impostazione di quelli erogati dalla segreteria nazionale. Sul sito dell’Albo è pubblicato il calendario ufficiale degli eventi, suddivisi in due moduli. L’invito è a contattare direttamente le sezioni regionali, che gestiranno in autonomia i singoli appuntamenti”.
L’orizzonte della formazione, tuttavia, non si limita di certo a dicembre. E non solo perché il calendario delle iscrizioni è ancora lungo e articolato, e si concluderà solo a febbraio del 2026, ma anche perché una fetta importante delle funzionalità del RENTRI è ancora da costruire e testare. “Va sperimentata la trasmissione al RENTRI dei dati del formulario digitale, che come sappiamo entrerà in vigore solo più in là (a partire dal 13 febbraio 2026, ndr) – spiega Gizzi – anche per questo la formazione continuerà. Capisco che l’innovazione spaventi, ma la conoscenza aiuta a fugare le paure. L’invito è anche a consultare l’area di supporto sul portale ufficiale del RENTRI, sapendo che il canale di assistenza sarà sempre aperto, anche quando il sistema entrerà a regime nel 2026″. E, garantisce Gizzi, resterà aperto anche il canale di confronto tra il Ministero e gli stakeholder per individuare, e correggere, eventuali nodi irrisolti o criticità che dovessero complicare il funzionamento del sistema. “È una rivoluzione culturale – dice il presidente dell’Albo – e come tutte le rivoluzioni culturali va accompagnata con una comunicazione trasparente e con norme che, qualora non lo siano, vanno sicuramente chiarite”.