Le imprese dell’economia circolare bocciano l’ultima bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pochi fondi e male appostati, sottolineano in una nota congiunta FISE Unicircular e Assoambiente, secondo cui il Piano «rischia di essere una clamorosa occasione persa, non individuando strumenti economici per rafforzare il mercato del riciclo e del riutilizzo». Secondo le associazioni, il Piano «si limita ad una serie di interventi estemporanei, non coordinati e privi di un chiaro disegno di stimolo». Insufficienti i fondi destinati alle nuove infrastrutture, limitati ad appena 1 miliardo di euro, sottolineano, e senza la previsione di strumenti economici concreti a supporto degli investimenti per l’industrializzazione del settore.
«Siamo ben lontani – evidenziano le due associazioni – dai 10 miliardi di euro di investimenti necessari solo per sanare il gap impiantistico del nostro Paese che ci obbliga ogni giorno ad esportare decine di migliaia di tonnellate di rifiuti che potremmo trasformare a livello nazionale in materia riciclata ed energia. Nel Piano, inoltre, manca il riferimento a una seria programmazione della gestione dei rifiuti con l’individuazione delle tipologie impiantistiche necessarie e dei progetti da realizzare, se si esclude un vago richiamo ad una futura possibile strategia nazionale sull’economia circolare. La bozza è priva di una precisa visione industriale del settore e di ogni indicazione degli strumenti economici da introdurre per rafforzare il mercato del riciclo e del riutilizzo; anche il quadro delle ‘riforme’ di accompagnamento al capitolo economia circolare appare decisamente debole».
Per le associazioni, la priorità resta quella di «revedere strumenti che incentivino il mercato, le imprese e i prodotti “circolari” riducendo il differenziale di costi e di prezzi rispetto alle produzioni “lineari” (materie prime vergini)». Per farlo Assoambiente e Unicircular propongono tre misure: IVA ridotta ai prodotti costituiti (interamente o in parte) da beni certificati riciclati o preparati per il riutilizzo; credito d’imposta, alle imprese che acquistano prodotti certificati riciclati; agevolazioni fiscali alle imprese in possesso di certificazione ISO 14001 al fine di incentivare quei soggetti che investono in sistemi di qualificazione ambientale.