Recovery plan: 6 miliardi all’economia circolare

di Luigi Palumbo 07/12/2020

 Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza”  metterà al centro i temi dello sviluppo sostenibile ai quali viene destinata la parte più consistente dei finanziamenti: 74,3 miliardi di euro, il 37% dei 196 totali

Un appostamento da 6 miliardi di euro per “impresa verde ed economia circolare” nell’ambito della linea strategica per la “rivoluzione verde e transizione ecologica” alla quale vengono destinati complessivamente 74,3 dei 196 miliardi di euro totali. Sono i primi numeri del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, meglio conosciuto come Recovery Plan, che l’Italia si prepara a presentare all’Europa per accedere ai fondi del piano Next Generation Eu. Si tratta per ora solo di una bozza approdata nella tarda serata di ieri in Consiglio dei Ministri, quindi soggetta a variazioni e modifiche, ma dalla quale emergono già con chiarezza le direttrici principali lungo le quali si svilupperà la proposta del governo Conte. Una proposta che, come ampiamente anticipato nelle scorse settimane, metterà al centro i temi dello sviluppo sostenibile ai quali viene destinata la parte più consistente dei finanziamenti, pari al 37% del totale, così come richiesto dall’Ue.

“La modernizzazione dell’economia comporta il completo abbandono di paradigmi produttivi ormai superati – scrive il premier Giuseppe Conte nella sua introduzione – Per realizzare la transizione verso un’economia rispettosa dell’ambiente innanzitutto proseguiremo sulla strada indicata dal PNIEC e dagli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo e dell’agenda 2030. Il piano prevede interventi per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica degli immobili, a partire da scuole e ospedali. Saranno promosse nuove forme di mobilità locale sostenibile e le grandi opere di completamento dei collegamenti ferroviari del Paese. Il PNRR ha azioni specifiche anche per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani, favorire l’economia circolare, mitigare i rischi di dissesto idrogeologico e ripulire le acque interne e marine. Questi interventi saranno anche un investimento nella “bellezza” del nostro Paese, nei suoi borghi, nei suoi edifici storici, nelle aree verdi urbane e nella salvaguardia del territorio e delle foreste”.

Nel dettaglio, delle sei missioni principali che costituiscono il piano, la missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” raccoglierà circa 74 dei 196 miliardi totali,  distribuiti su 13 progetti attraverso i quali, si legge, l’Italia “intensifica il proprio impegno per far fronte ai nuovi e più ambiziosi obiettivi europei fissati dallo European Green Deal, con un target di riduzione delle emissioni pari al 55% entro il 2030“. La missione si concretizza in 4 linee d’azione: “Impresa verde ed economia circolare”, “Transizione energetica e mobilità locale sostenibile”, “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, “Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica”. Le azioni di investimento saranno accompagnate da alcune specifiche riforme volte a favorire la transizione energetica e la svolta ecologica come la definizione di una “strategia nazionale in materia di economia circolare”. Tre le linee di intervento principali: riduzione del gap impiantistico della filiera del riciclo; il sostegno a iniziative per ricavare prodotti chimici e carburanti “circolari” da rifiuti plastici e urbani; il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione.

 

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