Una stangata da 27 milioni di euro per aver “abusato della propria posizione dominante nel mercato italiano dei servizi di avvio a riciclo e recupero degli imballaggi plastici in pet ad uso alimentare (bottiglie di plastica per acqua e bibite), che vengono offerti ai produttori chiamati a ottemperare agli obblighi ambientali”. È quella inflitta dall‘Autorità garante della concorrenza e del mercato al Consorzio di filiera Corepla per aver ostacolato la piena operatività di Coripet, il consorzio costituito dai produttori di bottiglie in plastica per liquidi alimentari, in precedenza aderenti a Corepla, autorizzato ad operare in via provvisoria dal Ministero dell’Ambiente da aprile 2018 sulla base di un progetto innovativo di avvio a recupero e riciclo del Pet.
Un progetto, quello di Coripet, basato oltre che sulla stipula di convenzioni con i Comuni anche sulla raccolta selettiva effettuata tramite ecocompattatori finalizzata al cosiddetto “bottle to bottle”, ovvero al riciclo degli imballaggi plastici ad uso alimentare per la produzione di nuovi imballaggi dello stesso tipo. Secondo l’Antitrust, che poco più di un anno fa aveva già adottato una serie di misure cautelari in merito, Corepla avrebbe continuato ad applicare “clausole di esclusiva nei rapporti contrattuali con i gestori della raccolta convenzionati e con i centri di selezione, di ostacolo alla conclusione dell’accordo tra CORIPET e ANCI”, siglato solo l’11 maggio scorso. Clausole tali di fatto da impedire al nuovo consorzio di raccogliere, avviare a selezione e rivendere sul mercato le quote di materiale di propria competenza, che Corepla avrebbe continuato a gestire “sebbene in perdita”, visto che il nuovo consorzio era stato autorizzato ad operare già nel 2018 e che pertanto raccoglieva il contributo ambientale (o CAC) che i produttori aderenti a Coripet un tempo versavano nei bilanci di Corepla per ogni tonnellata di materiale immesso sul mercato.
Proprio il passaggio dei cosiddetti CAC da Corepla a Coripet nel 2019 aveva costretto il Consorzio del sistema Conai a iscrivere a bilancio un fondo apposito per colmare i mancati ricavi calcolati in 30 milioni di euro, con pesanti ripercussioni sul risultato d’esercizio, chiuso con un passivo di ben 35 milioni di euro. Un conto che alla luce delle sanzioni inflitte dall’Antitrust potrebbe farsi ancor più salato, con effetti che potrebbero tradursi anche in nuovi aumenti per i CAC sugli imballaggi in plastica (già quest’anno aumenteranno per gli imballaggi di fascia B2 e di fascia C: per la prima si passa da 436 €/tonnellata a 560 €/tonnellata, per la seconda invece da 546 €/tonnellata a 660 €/tonnellata). Ma Corepla non ci sta e annuncia ricorso: “Adiremo le vie di giustizia per impugnare il provvedimento” si legge in una nota “abbiamo piena fiducia nel sistema giudiziario e siamo quindi certi che si giungerà celermente ad una decisione definitiva che accolga le nostre legittime osservazioni; diversamente si finirebbe col danneggiare il raggiungimento degli obiettivi ambientali e con esso l’interesse pubblico”.