Gestione dei rifiuti il più possibile autonoma per chiudere il ciclo all’interno del territorio regionale. È questo l’obiettivo fissato dal Piano di Gestione degli rsu per i prossimi quattro anni approvato dalla giunta della Regione Piemonte lo scorso giugno e definitivamente varato ieri sera da parte del Consiglio di palazzo Lascaris.
Gli obiettivi sono profondamente ambiziosi: soprattutto quelli fissati al 2020. Rispetto ai dati certi datati 2013 i conferimenti in discarica dovranno passare dal 40 al 15% (con l’obiettivo di abbattere completamente il ricorso alla discarica per qualsiasi categoria di rifiuto recuperabile); la produzione di rifiuti pro capite dovrà scendere da 448 a 455 kg annui, di cui soltanto 159 di indifferenziato non recuperabile; la raccolta differenziata dovrà passare dalla media regionale del 52,5 per raggiungere il 65% in ogni ambito territoriale, mentre il tasso di riciclaggio dovrà passare al 55% partendo dalla già ottima percentuale del 50%.
Obiettivi che passeranno per una corposa riorganizzazione dei servizi di raccolta, sempre meno su strada in favore del servizio domiciliare, anche per raggiungere l’obiettivo di implementare un sistema puntuale di tariffazione per la gestione dei rifiuti urbani: strumento cruciale per coinvolgere i cittadini nel raggiungimento dei target prefissati dal piano.
Sul fronte impiantistico non è prevista la realizzazione né di nuovi termovalorizzatori, né di nuovi impianti TMB, considerato che gli stabilimenti esistenti già soddisfano le esigenze programmatiche fissate dal piano: nei prossimi anni la quantità di rifiuti bruciati dall’impianto di Torino diminuirà anche grazie alla crescita del contributo previsto di coincenerimento di CSS nel cementificio di Robilante oltre che in impianti fuori regione. Questi ultimi, però, entro il 2020 non dovranno più ricevere alcun tonnellaggio di rifiuti.
Nel suo iter, il documento ha superato una serie di esami, in primo luogo la Valutazione ambientale strategica, che hanno dato la possibilità a cittadini, enti ed imprese di esprimersi e contribuire al miglioramento della gestione dei rifiuti in regione. Sul del dibattito in sede di Consiglio, invece, il piano è stato approvato dalla maggioranza di centrosinistra con il voto contrario del Movimento 5 Stelle, che aveva presentato 500 emendamenti in Commissione, ridotti poi a 70 in aula, nessuno dei quali approvato. Sono state però recepite istanze pentastellate come quella di estendere la visione futura oltre la scadenza del 2020: ed infatti vengono fissati target al 2025 ed al 2030.
«La Regione – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, a margine dell’approvazione – punta alla riduzione della sua “impronta ecologica”, attraverso l’eliminazione degli sprechi e favorendo la reimmissione dei materiali trattati nei cicli produttivi. In questo modo si vuole fornire un contributo per far rientrare il ciclo produzione-consumo nei limiti delle risorse del pianeta».