Cala, seppur di poco, la produzione di rifiuti urbani in Italia, cresce, ma ad un ritmo inferiore rispetto alle aspettative, la raccolta differenziata, mentre la discarica resta la modalità di gestione dei rifiuti più diffusa, ingoiando poco meno di un terzo degli rsu complessivamente prodotti. Questo in sintesi lo scenario tracciato dalle statistiche raccolte dall’Istituto superiore di protezione ambientale (Ispra) nel proprio annuario dei dati ambientali, presentato oggi a Roma. Stando al dossier, nel 2015 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha raggiunto poco meno di 30 milioni di tonnellate, rimanendo pressoché stabile rispetto al 2014 (-0,4%). Un lieve calo, confermato anche dai dati sulla produzione nazionale pro capite, passata da 488 kg/abit. nel 2014 a 487 kg/abit. nel 2015. Sensibili le differenze registrate nella produzione pro capite per macroarea: nel 2015 Ispra ha registrato 494 kg/abit al Nord, 543 kg/abit al Centro e 444 kg/abit al Sud.
E se cala la produzione di rifiuti, cresce invece la differenziata, che nel 2015 si attesta al 47,5% della produzione totale dei rifiuti urbani. Una ulteriore crescita, rispetto al 45,2% registrato nel 2014, tuttavia ancora insufficiente a raggiungere l’obiettivo di legge previsto per il 2011 (60%) così come quello previsto per il 2012 (65%). Ancora profonde le differenze tra macroaree: nel Nord la raccolta si colloca a 8 milioni di tonnellate, nel Centro a 2,9 milioni di tonnellate e nel Sud a 3,1 milioni di tonnellate; rispettivamente pari al 58,6%, al 43,8% e al 33,6%.
Quanto alle modalità di gestione, l’analisi dei dati evidenzia che, nel 2014, ancora il 31,5% dei rifiuti urbani prodotti è stato avviato allo smaltimento in discarica. La discarica è dunque la forma di gestione più diffusa, anche se, spiega l’Ispra, non è quella prevalente dal momento che le altre tipologie di recupero, trattamento e smaltimento rappresentano oltre la metà dei rifiuti annualmente prodotti (68,5%). Nel 2014 la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio è pari al 44,6% della produzione dei rifiuti urbani. Oltre un terzo dei quantitativi riciclati (39%) è costituito dalla frazione organica e una quota pari al 27% dalla carta e cartone. Pur riscontrandosi un progressivo aumento dei tassi di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti urbani è richiesto un ulteriore incremento al fine di conseguire l’obiettivo fissato dalla normativa.