Stop alla cultura dell’usa e getta. Al via l’uso, il consumo e l’avvio a recupero. Anche l’Italia vuole entrare nel novero dei Paesi virtuosi che hanno saputo promuovere e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per dare avvio ad un’economia circolare in grado di assicurare la salvaguardia delle sempre più esigue risorse di cui dispone il Pianeta. Per farlo, anche il nostro Paese ha bisogno di un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse così come già esiste in Germania, nel Regno Unito, in America e in Giappone. Se ne è discusso oggi, nel corso del convegno “L’Italia verso l’economia circolare. Gli strumenti operativi per una gestione efficiente delle risorse”. Secondo L’Europa, l’eco-progettazione, la riduzione della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo possono portare a 600 miliardi di risparmi per le imprese e abbattere le emissioni in atmosfera dei gas serra di circa 450 milioni di tonnellate l’anno.
Le ricadute sarebbero positive anche per l’occupazione: nella sola Italia, avviare questo procedimento di recupero e riuso porterebbe alla creazione di 541mila posti di lavoro. «Non esiste persona al mondo che non sarebbe d’accordo con la necessità di inserire il nostro Paese nel circolo virtuoso dell’economia circolare – ha sottolineato il presidente Enea, Federico Testa – Si tratta d’altronde, di recuperare le vecchie buone maniere dei nostri genitori se non dei nostri nonni che non hanno mai buttato via nulla ma riutilizzato tutto ciò che poteva avere un valore economico, foss’anche solo in termini di risparmio».
Oggi gli strumenti e le tecnologie a disposizione per recuperare tutto ciò che ci sembra non avere più una funzionalità, rappresentano un patrimonio dal quale partire per ridurre la produzione dei rifiuti, alimentare l’industria del recupero e far decollare un’economia di tipo circolare. Tecnologie informatiche, risorse altamente specializzate e esperienza, fanno di Enea, l’agenzia nazionale per nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, la candidata ideale a svolgere il ruolo di agenzia di controllo e coordinamento. «Un’opportunità da non perdere – per il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo – e – poi prosegue – grazie alle proposte del pacchetto che nelle prossime settimane sarà discusso dal Parlamento europeo, sarà possibile allineare enti locali e imprese verso un’economia basata sulla lotta agli sprechi e sulla salvaguardia di tutte le risorse naturali».
Ambizioso in tal senso il pacchetto europeo in tema di economia circolare varato da Bruxelles e che prevede il riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani e del 75% degli imballaggi, oltre a una serie di incentivi economici per prodotti riciclabili. Obiettivi sui quali l’Europa sta investendo 650 milioni di euro.
Sulla necessità infine di creare un ente terzo rispetto a quelli istituzionali, sembrano tutti d’accordo: non si tratta di una necessità che evidenzia l’inefficienza o inadeguatezza delle istituzioni preposte a incentivare il passaggio da un’economia lineare ad una di tipo circolare. Si tratta piuttosto della presa di coscienza della necessità di creare una task force fatta di persone altamente qualificate che lavorino al solo obiettivo di raggiungere i livelli di recupero e riutilizzo fissati dall’Europa, e già raggiunti da molti Paesi del nostro e di altri Continenti.