Rifiuti, acqua, energia. Queste le tre direttrici lungo le quali si svilupperanno i lavori di Ecomed 2020, seconda edizione del “green expo” del Mediterraneo, al via ieri a Catania. “Un progetto di eccezionale valenza per il nostro territorio” ha dichiarato in occasione del taglio del nastro il sindaco Salvo Pogliese, “oltre ad essere una preziosa occasione di confronto su temi di scottante attualità come quelli ambientali”. Per tre giorni il capoluogo siciliano si trasforma nella culla del dibattito nazionale e internazionale sui temi della green economy e dello sviluppo sostenibile, con un focus sulle regioni del Mezzogiorno e un occhio di riguardo per le proposte innovative “made in Sicilia”. “Quest’anno – spiega Salvatore Peci, CEO di Amazing e organizzatore di Ecomed – abbiamo voluto riservare un ruolo centrale alle startup green siciliane, protagoniste dei tanti convegni e seminari in programma nella tre giorni”.
L’innovazione come strumento indispensabile nella lotta contro ritardi, criticità e inefficienze, in una regione, la Sicilia, dove il terreno da recuperare rispetto alle migliori esperienze in campo ambientale è ancora tanto. Proprio la necessità di colmare il gap con le best practice italiane ed europee rappresenta un’opportunità di sviluppo economico e occupazionale in chiave sostenibile che istituzioni e imprese, alle prese con le difficoltà dei giorni del post lockdown, sono più che mai pronte a cogliere. “Finalmente la Sicilia riparte -ha dichiarato Salvatore D’Urso, dirigente generale del Dipartimento energia della Regione Sicilia – e siamo particolarmente felici che riparta dai temi ambientali e da quelli energetici in particolare. Del resto qui le condizioni climatiche sono uniche, tali da garantire la redditività della produzione di energia sostenibile da eolico o solare. La nostra terra può diventare hub europeo e mediterraneo delle energie rinnovabili”.
Un tema, quello delle rinnovabili, che ad Ecomed sarà protagonista assoluto, con le “Giornate dell’energia” dedicate alle strategie regionali per la transizione energetica con un’attenzione particolare alla figura dell’energy manager, sempre più centrale nella vita dei comuni siciliani. “Abbiamo investito molto in quest’operazione – spiega Roberto Sannasardo, Energy manager della Regione Sicilia – finanziando la figura dell’energy manager nei 378 comuni su 390 che hanno aderito all’iniziativa della Regione. Ora, anche grazie a Ecomed, vogliamo rafforzare la nostra funzione di guida nei confronti delle amministrazioni locali supportandole nella redazione dei cosiddetti Paesc, Piani d’azione per l’energia sostenibile e il clima, strumenti indispensabili per indirizzare le nostre comunità verso un un consumo più razionale delle risorse energetiche, mitigando gli effetti sul clima generati da un eccessivo ricorso alle fonti fossili”.
Altro tema caldo quello della gestione dei rifiuti, un fronte sul quale la Sicilia sconta ritardi pesanti tanto rispetto alle performance delle regioni più virtuose dello Stivale quanto agli ambiziosi obiettivi di riciclo e recupero introdotti dalle nuove direttive europee sull’economia circolare. Con una media del 73% di rifiuti urbani smaltiti in discarica la Regione resta fanalino di coda in Italia, e nei prossimi anni dovrà faticare, e non poco, per allinearsi al tetto massimo del 10% da raggiungere entro il 2035 fissato dall’Ue. Anche se non mancano segnali incoraggianti, come quelli emersi oggi in occasione della premiazione dei comuni siciliani virtuosi in materia di raccolta differenziata. “Un’occasione per fare un primo bilancio – osserva l’Assessore all’Energia della Regione Siciliana Alberto Pierobon – ma anche per trovarsi insieme in un contesto più informale e discutere di quel che è stato fatto e che ancora c’è da fare. Le idee le abbiamo chiare”.