Era stato salutato come il progetto che avrebbe scongiurato l’emergenza rifiuti nei comuni in provincia di Cosenza, ma alla fine è stato spazzato via dai “no” dei comitati di protesta: l’ecodistretto di Morano Calabro non si farà. L’amministrazione del Comune nel cuore del Pollino ha revocato la delibera di Giunta con la quale candidava il proprio territorio come sede dell’impianto. Questo dopo appena dieci giorni dalla riunione dei sindaci dell’Ato a valle della quale era stato trovato l’accordo sul sito. La fumata bianca dell’assise non aveva spento le proteste dei cittadini della zona, da sempre contrari all’impianto, che nell’ultima settimana sono scesi sul piede di guerra fino a costringere il sindaco Nicolò De Bartolo al dietrofront.
“Sono stati giorni – affermano il sindaco e i componenti dell’esecutivo – di grande passione e intensità. Avevamo preso questa decisione alla luce delle conoscenze e delle assicurazioni di cui disponiamo. Crediamo, però, che il compito primario di un buon amministratore sia di fare la volontà del popolo e attuarla puntualmente. E’ questa l’unica motivazione, e non altre, che ci spinge a revocare la delibera”. Il progetto, vale la pena ricordarlo, era stato finanziato dalla Regione per 42 milioni di euro e prevedeva la costruzione di un impianto per il recupero della frazione organica da raccolta differenziata, con produzione di biogas, e di una piattaforma per lo stoccaggio e il trattamento dei materiali da raccolta differenziata.
Nelle intenzioni dei sindaci dell’Ato, l’ecodistretto avrebbe dovuto aiutare i Comuni della provincia di Cosenza, la più popolosa dell’intera Calabria, a migliorare le proprie performance di raccolta differenziata. Cosa che avrebbe significato anche e soprattutto ridurre le quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire, che in Calabria ancora rappresentano il 61% di tutto quanto viene raccolto e che finiscono quasi tutti in discarica. O meglio finivano, visto che da tempo la Regione è alle prese con l’esaurimento delle capacità residue di smaltimento negli impianti ed è per questo ad un passo dall’emergenza. Un’emergenza che, dopo la vittoria delle posizioni “nimby” sull’ecodistretto di Morano, si fa sempre più vicina.