Dopo le due condanne degli anni passati, una per le discariche abusive non bonificate e l’altra per l’emergenza rifiuti in Campania, costate ad oggi circa 250 milioni di euro in sanzioni, ai giudici della Corte europea di giustizia toccherà ancora una volta venire a capo di una controversia tra Roma e Bruxelles sull’attuazione delle direttive comunitarie in materia di rifiuti. Oggi la Commissione Ue ha infatti deciso di deferire il Paese alla Corte del Lussemburgo per la mancata bonifica o chiusura di 44 discariche non a norma oggetto della procedura d’infrazione 2215 del 2011. «Malgrado i precedenti ammonimenti della Commissione – scrive l’esecutivo Ue in una nota – l’Italia ha omesso di adottare misure per bonificare o chiudere 44 discariche non conformi, come prescritto dall’articolo 14 della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio)».
Al pari degli altri Stati membri, l’Italia era tenuta a bonificare entro il 16 luglio 2009 le discariche che avevano ottenuto un’autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001 (“discariche esistenti”), adeguandole alle norme di sicurezza stabilite in tale direttiva oppure a chiuderle. Considerata l’insufficienza dei progressi in quest’ambito, già nel giugno 2015 la Commissione aveva trasmesso un parere motivato supplementare nel quale si esortava l’Italia a trattare adeguatamente 50 siti che rappresentavano ancora una minaccia per la salute e l’ambiente. Nonostante alcuni progressi, nel maggio 2017 non erano ancora state adottate le misure necessarie per adeguare o chiudere 44 discariche. Nell’intento di accelerare il processo la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Qualora i giudici ritenessero motivato il ricorso della Commissione, per l’Italia scatterebbe una nuova sentenza di condanna, alla quale, in caso di mancato adeguamento, potrebbero fare seguito nuove, salatissime sanzioni.
Sempre nella giornata di oggi ai danni dell’Italia è stata poi aperta una nuova procedura d’infrazione, ancora una volta in materia di rifiuti. Secondo la Commissione europea infatti 14 Stati membri (Cipro, Romania, Francia, Italia, Regno Unito, Spagna, Malta, Irlanda, Paesi Bassi, Grecia, Svezia, Danimarca, Slovenia e Lussemburgo) sarebbero venuti meno agli obblighi di comunicazione sullo stato dell’implementazione delle direttive Ue in materia di rifiuti. «I procedimenti aperti oggi – riporta la Commissione in una nota – affrontano relazioni mancanti sul raggiungimento di obiettivi di riutilizzo, riciclaggio e recupero ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98 / CE), direttiva sui rifiuti elettrici ed elettronici (direttiva 2002/96 / CE), direttiva sulle batterie Direttiva Direttiva 94/62 / CE del Parlamento europeo e del Consiglio e direttiva sui veicoli fuori uso (direttiva 2000/53 / CE) e nel regolamento sul trasporto di rifiuti (regolamento (CE) n. CE) n. 1013/2006). La natura e il tipo di obblighi variano da una direttiva all’altra».