Entrerà in vigore esattamente tra due settimane, il prossimo 10 marzo, il regolamento del Ministero dell’Ambiente che contiene i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunità di rifiuti organici. Il decreto ministeriale che lo contiene è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio, e realizza (in ritardo) a tutti gli effetti il dettato del comma 1-octies aggiunto all’articolo 180 del Testo Unico Ambientale dalla legge green economy (l’ex collegato ambientale).
Anzitutto si ribadisce la definizione del compostaggio di comunità: l’apparecchiatura (quale che sia la sua taglia o tipologia) non deve superare le 130 tonnellate annue di capacità, non può distare più di un chilometro dalle utenze conferenti, il compost prodotto non può essere commercializzato e deve essere utilizzato dalle utenze stesse (a loro volta, nel caso di applicazione su terreni agricoli, questi non possono essere destinati a produzione e vendita di prodotti di consumo sia umano che animale). All’azienda affidataria del servizio di gestione degli rsu sul territorio – dopo che l’organismo collettivo che ne fa richiesta comunica al Comune territorialmente competente – viene comunicato l’inizio attività che ovviamente impatta – secondo il regolamento adottato – sui conferimenti delle utenze rispetto al quale eventuali variazioni dovranno essere comunicate dagli utenti allo stesso Comune.
L’interlocutore dell’amministrazione locale che prende in carico l’apparecchiatura del compostaggio di comunità è individuato in un “organismo collettivo” di riferimento per gli utenti conferenti, il quale a sua volta individua un “conduttore” dell’apparecchiatura. Prima di poter gestire un apparecchiatura di taglia media e grande, il “conduttore” – che si assume sia l’incombenza di assicurare il corretto funzionamento dell’apparecchiatura che quello di registrare i dati relativi ai quantitativi di rifiuti conferiti nell’apparecchiatura quanto quelli del compost e degli scarti prodotti – dovrà partecipare ad un corso di formazione della durata di almeno 8 ore per acquisire le nozioni di definizioni e tipologie dei rifiuti organici, tecniche e tecnologie del compostaggio, uso e funzionamento delle compostiere di tipo statico ed elettromeccanico, uso in agricoltura e florovivaistica del compost.
Tra gli incentivi alla diffusione della pratica del compostaggio di comunità c’è la possibilità, per le utenze che vi partecipano, di accedere ad una riduzione della tassa rifiuti. Riduzione che, trattandosi di imposta locale, dovrà essere determinata dal Comune territorialmente competente, al quale il responsabile dell’apparecchiatura deve comunicare entro il 31 dicembre di ogni anno le quantità in peso relative all’anno solare precedente: dei rifiuti conferiti, del compost prodotto, degli scarti e del compost fuori specifica. Per non interferire con le consuete dichiarazioni ambientali, invece, gli stessi Comuni devono certificare e comunicare questi dati entro il 30 aprile di ogni anno all’Ispra, così da permettere il calcolo delle percentuali di riciclo degli rsu.
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