C’è anche il depuratore di Napoli est tra i 25 siti individuati da Regione Campania come idonei ad ospitare i nuovi impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (forsu). A darne notizia è stato il presidente Vincenzo De Luca, che nel corso di una conferenza stampa ha annunciato lo stanziamento di 220 milioni di euro per la realizzazione di centri di compostaggio e digestione anaerobica, «essenziali – ha detto De Luca – per rendere autonoma la Campania nel ciclo dei rifiuti ed evitare di portare fuori l’umido con costi enormi per i cittadini». Costi ai quali vanno aggiunti anche quelli delle sanzioni quotidiane da 120mila euro comminate dalla Commissione Europea per le inefficienze nella gestione degli rsu campani, comprese quelle legate proprio alla carenza di impianti per il trattamento delle frazioni organiche. L’elenco dei siti è stato stilato al termine di una procedura partita lo scorso maggio con un avviso pubblico, rivolto ad enti locali e imprese private, per la raccolta di manifestazioni d’interesse. Ben 37 le candidature pervenute alla Regione, solo 25 hanno però superato l’esame dei tecnici della Direzione generale per l’ambiente di Palazzo Santa Lucia. Ritirata dal Comune di Napoli la proposta di realizzare un ulteriore impianto a Chiaiano.
Per gli impianti più piccoli saranno stanziati 12 milioni, 24 invece per le strutture più complesse. I soldi insomma ci sono, ma starà ai Comuni saperli spendere. Bene e, soprattutto, in tempi rapidi. Il passo successivo, ha spiegato il governatore, sarà la convocazione dei sindaci, per ripartire ruoli e responsabilità. «Vediamo se i Comuni hanno la capacità di fare il progetto e le gare, altrimenti la Regione li sosterrà», ha dichiarato De Luca, che da ex sindaco è ben cosciente del fardello di burocrazia e contestazioni che in Campania, come altrove, finisce puntualmente per appesantire le procedure per la realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti. Supporto agli amministratori locali, dunque, ma tolleranza zero con i ritardatari, visto che Palazzo Santa Lucia monitorerà lo stato di avanzamento degli iter e, in caso di stallo prolungato, procederà alla revoca dei finanziamenti.
L’obiettivo di De Luca resta infatti quello di puntare con decisione alla chiusura del ciclo regionale – e della procedura d’infrazione – attuando le misure contenute nel nuovo Piano rifiuti, ovvero senza fare ricorso alla costruzione di nuovi termovalorizzatori. Sul fronte del compostaggio il gap da colmare è decisamente ampio. Il nuovo Piano rifiuti individua infatti in 750mila tonnellate il fabbisogno regionale annuo di trattamento dei rifiuti organici. Al momento, si legge però in un documento programmatico approvato dalla Regione lo scorso ottobre, tra impianti pubblici e privati la capacità di trattamento dell’organico in Campania oscilla tra le 56mila e le 190mila tonnellate. Occorre cioè realizzare, spiegava il documento, impianti con una capacità complessiva di circa 610mila tonnellate annue. Da qui la scelta di percorrere la strada delle manifestazioni d’interesse, premiata con le 25 candidature.
I Comuni che avrebbero fatto richiesta sono, oltre a Napoli, Pomigliano, Afragola, Cancello Arnone, Caserta Lo Uttaro, Maddaloni, Rocca d’Evandro, Casal di Principe, Avellino, Conza della Campania, Chianche, Salerno, in questo caso per il potenziamento, Fisciano, San Mango Piemonte, Pontecagnano, Castelnuovo Cilento, Benevento, Baselice. A questi, che dovrebbero ospitare impianti costruiti ex novo, vanno poi aggiunti gli Stir di, Giugliano, Tufino, Battipaglia, Casalduni, Pianodardine e Santa Maria Capua Vetere, che invece dovrebbero essere “revampizzati” e dotati di linee per la digestione anaerobica della forsu. L’iter per la rifunzionalizzazione dei tritovagliatori provinciali dovrebbe partire già nelle prossime settimane e, una volta concluso, dovrebbe garantire una capacità di trattamento pari a 180mila tonnellate annue. Costo dell’operazione 55 milioni di euro, da finanziare con i fondi europei del ciclo 2014/2020. Stando al cronoprogramma delle operazioni, le gare d’appalto per il revamping dovrebbero concludersi ad agosto 2017, mentre la messa in esercizio non dovrebbe arrivare prima del maggio 2018. Solo per l’impianto di compostaggio da costruire nello Stir di Battipaglia, già dotato di progetto esecutivo e di decreto Aia, i lavori potrebbero terminare con qualche mese d’anticipo, a gennaio dello stesso anno.