Alla fiera di Rho siglato il patto tra il Ministero dell’Ambiente e il Consorzio Nazionale Sistema Arredo. Il viceministro Vannia Gava: “Atto concreto con cui avviamo una fase sperimentale che potrà gettare le basi di un innovativo sistema di responsabilità estesa del produttore”
Il Consorzio Nazionale Sistema Arredo, promosso da FederlegnoArredo, e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica hanno siglato l’accordo di programma che dà il via a un periodo di test propedeutici in vista di un futuro regime di responsabilità estesa del produttore (EPR) per il settore dell’arredamento.
Un passo avanti importate raggiunto in occasione del Salone del Mobile di Milano con una cerimonia svolta proprio nei padiglioni della Fiera di Rho.
Al centro dell’atto, la promozione di iniziative volte a rafforzare la conoscenza del destino dei prodotti di arredo a fine vita così da fornire al Mase tutti gli elementi necessari per delineare un regime di Epr da applicare a questo comparto.
Stando al documento, le aziende produttrici e il Ministero hanno definito un percorso in due fasi: la prima è dedicata all’ “analisi a campione in quattro aree territoriali significative (Milano, Treviso, Napoli e Bari) per individuare le modalità attuali di gestione dei rifiuti derivanti da mobili e altri prodotti di arredo in uso, ed elaborare – si legge nel comunicato – una sintesi delle risultanze indicative a livello nazionale. Il secondo step, invece, sarà dedicato alla consultazione delle associazioni rappresentative a livello nazionale (Anci, fornitori di materie prime e semilavorati, produttori di mobili e altri prodotti di arredo, distributori e gestori dei rifiuti derivanti dall’utilizzo di tali beni) al fine di consolidare, in tutto il Paese, i dati raccolti e disegnare nuove strategie operative per il futuro”.
All’evento di Milano hanno partecipato, per mettere nero su bianco l’accordo, il viceministro del Mase, Vannia Gava, il presidente di FederlegnoArredo e del CNSA, Claudio Feltrin, Maria Porro, presidente di Assarredo di FederlegnoArredo e nel Cda del Consorzio, e Luca Proietti, direttore generale Economia circolare del Ministero dell’Ambiente.
“A distanza di un anno dal Salone del Mobile 2024, in cui avevamo lanciato l’idea e il progetto – ha commentato il viceministro Vannia Gava – finalmente firmiamo il primo atto concreto con cui avviamo una fase sperimentale che potrà gettare le basi di un innovativo sistema EPR e ottenere un altro grande risultato di economia circolare nell’ambito di una delle filiere più importanti per l’economia del Paese”. Anche Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo e del Consorzio celebra il risultato evidenziando come l’accordo sia solo “una grande soddisfazione, ma anche un passo fondamentale per rafforzare la filiera del legno-arredo che si assume un impegno concreto per il futuro”.
Il patto si è concretizzato sei mesi dopo la nascita del Consorzio Nazionale Sistema Arredo che ha già all’attivo 26 aziende fondatrici (che generano un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro). La realtà consorziale si inserisce nel solco delle novità introdotte dal nuovo regolamento ESPR sull’ecodesign dei prodotti, con l’obiettivo di potenziarne gli effetti sulla filiera dell’arredo anticipando un possibile schema di responsabilità estesa del produttore in Europa.
“Il nostro settore si trova di fronte a una sfida cruciale: gestire il fine vita dei mobili in modo sostenibile, riducendo la perdita di valore economico e ambientale che oggi si verifica quando questi materiali di grande qualità diventano rifiuti – ha detto Maria Porro, presidente di Assarredo e nel Cda del Consorzio – Il lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi, con il monitoraggio in città chiave come Milano, Treviso, Napoli e Bari e il dialogo con le associazioni nazionali, ci permetterà di disegnare strategie concrete e su misura per noi”.
Anche Anci si dice favorevole all’iniziativa tra il Consorzio Nazionale Arredo e il Mase. Il presidente dell’associazione nazionale dei Comuni, Gaetano Manfredi, ha fatto sapere come questo accordo “vada nella perfetta direzione dell’obiettivo che hanno i Comuni di migliorare la raccolta dei rifiuti con un uso appropriato della materia seconda, per far sì che il rifiuto diventi una risorsa”.