Torna a farsi in salita la strada per il trasferimento di Sapna agli Ato Napoli. Il silenzio della Città Metropolitana sul valore delle quote da liquidare mette in allarme gli EdA. Lupoli: “Piazza Matteotti manifesti la volontà di continuare a collaborare in maniera chiara e trasparente”
Città Metropolitana di Napoli comunichi il prezzo di Sapna o gli Enti d’Ambito saranno costretti a chiedere l’intervento della Regione – e il commissariamento – per il completamento della presa in carico di un asset fondamentale per la gestione dei rifiuti nei comuni della provincia partenopea. Sembrava tracciata sotto i migliori auspici e invece torna a farsi in salita la strada per il trasferimento della proprietà della società metropolitana di gestione dei rifiuti dall’ente guidato dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris agli organi di governo dei tre Ambiti Territoriali Ottimali, secondo quanto previsto dalla legge regionale 14 del 2016 che ha ridefinito la governance di settore. Un processo al quale continua a mancare l’ultimo tassello, quello degli impianti: i tre TMB di Giugliano, Tufino e Caivano, ma anche ex discariche e siti di stoccaggio delle ecoballe, che a due anni dalla costituzione degli Enti d’Ambito sono quasi tutti in gestione alla società della Città Metropolitana sebbene la titolarità del ciclo sia passata ufficialmente nelle mani degli ATO.
È in una nota dai toni tutt’altro che conciliatori, fatta recapitare ai vertici di Sapna e agli uffici tecnici della Città Metropolitana, che i direttori degli Eda Napoli 1, 2 e 3 manifestano tutto il proprio disappunto nei confronti dell’atteggiamento assunto dell’ente di Piazza Matteotti, che dopo una iniziale apertura al dialogo, grazie anche alla mediazione della Regione, sembra nuovamente scomparso dai radar delle trattative per la cessione di Sapna. O almeno dai radar di quelle ufficiali. Ma andiamo con ordine. “Benché Città Metropolitana abbia, di fatto, subito una riorganizzazione normativa del ciclo dei rifiuti, che sostanzialmente la estromette da esso, dopo un primo momento di completa mancanza di qualsivoglia rapporto, su sollecitazione degli EdA di Napoli alla Sapna si è avviato un costruttivo confronto, peraltro auspicato dalla stessa Regione Campania. Ora lo scenario sembra tornato al punto di partenza“, commenta Carlo Lupoli, direttore generale dell’ATO Napoli 1
Dopo aver sciolto i nodi relativi “alla definizione della debitoria pregressa di Sapna, alla garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, all’individuazione delle strutture e delle attività che dovranno essere oggetto del passaggio, alla liquidità necessaria per la prosecuzione della gestione”, come riportato nella nota degli EdA, le trattative sono infatti tornate ad arenarsi. E proprio sul passaggio più delicato, quello della definizione del valore delle quote societarie che gli EdA dovranno liquidare a titolo di rimborso per gli investimenti effettuati da Città Metropolitana, ovvero quanti soldi serviranno ai nuovi organi di governo per entrare definitivamente nel capitale sociale di Sapna. A stimare il valore delle quote dovrebbe essere in questa prima fase proprio l’ente metropolitano che però, nonostante le sollecitazioni, pare essere tornato a trincerarsi nel più assoluto silenzio. “Un atteggiamento di inerzia”, scrivono gli EdA, che rischia di compromettere la conclusione del passaggio di proprietà.
L’ultimo miglio, si sa, è sempre il più impegnativo, soprattutto in trattative delicate come questa, che sta segnando un passaggio epocale negli assetti della governance regionale dei rifiuti. Il problema è che secondo gli EdA i silenzi di Città Metropolitana potrebbero non essere una semplice ‘pausa di riflessione’ o la più classica delle letargie burocratiche all’italiana, ma un tentativo di prendere tempo per sondare altri percorsi. “È pervenuta notizia informale di incontri avuti tra il Sindaco Metropolitano con interlocutori diversi dagli EdA, nei quali sarebbe stata manifestata una volontà completamente diversa, indirizzata a richiedere, previa modifica della L.R.C. 14/2016, la conservazione a vantaggio di Città Metropolitana di competenze residue in tema di gestione del Ciclo Integrato dei Rifiuti, nonché di quota parte del capitale della Società”. Insomma, secondo questa lettura Città Metropolitana da un lato starebbe trattando alla luce del sole con gli Ato, e dall’altro starebbe invece valutando percorsi ‘sotterranei’ per restare con un piede nella gestione dei rifiuti, che ai sensi della legge 14 è ormai materia di esclusiva competenza degli Enti d’Ambito.
Un atteggiamento “omissivo” rispetto al quale i vertici degli enti di governo del ciclo rifiuti chiedono si faccia chiarezza, ricordando che in caso di inerzia prolungata la stessa legge 14 consente, previo intervento della Regione, la “acquisizione in forma unilaterale dei beni e degli impianti oggi titolarità di Sapna”. Ovvero il commissariamento. “Occorrerà registrare – dichiara Lupoli – l’effettiva volontà di Città Metropolitana a proseguire nel solco della collaborazione istituzionale nell’esclusivo interesse della popolazione, con chiarezza d’intenti e nel modo più trasparente possibile circa le imminenti scelte strategiche da operarsi nel delicato settore di cui si discute”.