Dopo più di un anno, il Senato ha licenziato l’ex Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2014, che adesso prende invece il nome di “ddl Green Economy”. Il testo, che dovrà essere esaminato dalla Camera prima dell’approvazione definitiva, interviene nel quadro normativo nazionale apportando modifiche al Codice dell’Ambiente, anche in tema di gestione dei rifiuti. L’obiettivo è quello di supportare una progressiva transizione verso modelli di sviluppo economico a carattere circolare. basati cioè sulla gestione sostenibile delle risorse, sul riuso e sul riciclo. «Quello che abbiamo attivato è uno strumento importante – dichiara al microfono di Ricicla la senatrice Laura Puppato – per limitare lo spreco di materia preziosa che non possiamo più permetterci di buttare via». Tra i 79 articoli del testo licenziato da Palazzo Madama, disposizioni per disincentivare lo smaltimento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti senza recupero di energia (la cosiddetta “ecotassa”), ma anche misure a supporto delle buone pratiche di raccolta differenziata per i comuni in linea con gli obiettivi nazionali e comunitari. «Costruendo meccanismi di premialità e disincentivazione, la nuova legge favorirà i cittadini dei territori che hanno lavorato bene sul tema della differenziata – dice Puppato – aiuterà a generare benefici fiscali ed economici, supportando l’applicazione di una tassazione corretta». A supporto del mercato delle materie prime seconde, poi, viene incentivata la produzione di beni di consumo derivanti da materia riciclata così come il ricorso ad acquisti “verdi” nelle pubbliche amministrazioni. Un testo, quello del ddl Green Economy, che molti operatori di settore hanno criticato perchè troppo frammentato, riversando sull’annunciato quanto misterioso “Green Act” le speranze per un intervento organico di riforma del quadro normativo nazionale in materia di rifiuti. «Credo che una legge quadro che sostituisca la 152 del 2006 sia urgente e obbligatoria – dice l’On. Puppato – proprio perchè l’Italia si sta mettendo in linea con le migliori pratiche e tecnologie europee per il passaggio ad un’economia circolare. Abbiamo bisogno di un migliore coordinamento normativo a livello nazionale che metta insieme quanto di buono è stato fatto in passato, partendo dal decreto Ronchi, con le norme succedutesi in tempi recenti. Non possiamo permettere che imprese e professionisti di settore – conclude Puppato – corrano rischi connessi a cattive interpretazioni della legge».