Tenere assieme protezione del clima e competitività: questo l’obiettivo dell’Ue per i prossimi cinque anni, scrive Ursula von der Leyen nella linee guida politiche per il suo secondo mandato. Che prevedono anche un Circular Economy Act per “stimolare la domanda di materiali riciclati e la creazione di un mercato unico dei rifiuti”
C’è anche l’annuncio di un nuovo Circular Economy Act, per “passare a un modello di produzione e consumo più sostenibile, preservando il valore delle risorse nella nostra economia più a lungo”, nelle linee guida politiche presentate questa mattina all’europarlamento da Ursula von der Leyen riconfermata alla guida della Commissione Ue con 401 voti (41 in più della maggioranza di 360). Un programma ‘ecumenico’, dicono gli osservatori, che ha consentito alla presidente dell’esecutivo di allargare i confini dell’asse tra socialisti, popolari e liberali con l’ingresso dei verdi nella maggioranza. E bilanciare così i non pochi franchi tiratori, visto che sulla carta la somma dei voti di EPP, S&D e Renew avrebbe dovuto garantire a von der Leyen almeno 402 preferenze e che il gruppo dei verdi conta 54 eurodeputati.
Decisiva la conferma degli obiettivi del Green Deal, anche se al capitolo sulle politiche per la transizione ecologica il documento programmatico di von der Leyen propone uno spostamento del baricentro dal piano puramente ambientale a quello più economico e industriale. “Dobbiamo riconciliare la protezione del clima con la prosperità economica” ha detto von der Leyen. Fissati gli obiettivi della transizione, non senza polemiche e difficoltà, ora il focus deve andare sugli strumenti necessari a raggiungerli senza lasciare indietro nessuno, è la nuova linea della numero uno di Bruxelles. Non una marcia indietro sui piani per il contrasto della crisi climatica, come conferma l’appoggio dei verdi, di sicuro un cambio di approccio più vicino alle istanze ‘pragmatiche’ delle forze di centrodestra.
Le direttrici che tra 2024 e 2029 guideranno l’azione dell’esecutivo europeo resteranno nel solco degli impegni climatici al 2030 e 2050 già assunti con il Green Deal, ha garantito von der Leyen, ma i nuovi strumenti per dare loro corpo dovranno essere declinati in una chiave che sia capace di garantire “prosperità sostenibile e competitività”, tenendo assieme decarbonizzazione e resilienza del tessuto industriale, anche e soprattutto nel confronto con USA e Cina. “Il mondo – si legge nelle linee guida – è in una corsa che determinerà chi sarà il primo a raggiungere la neutralità climatica e il primo a sviluppare le tecnologie che daranno forma dell’economia globale per i decenni a venire. L’Europa non può permettersi di rimanere indietro e perdere il suo vantaggio competitivo in questa gara, né può farlo lasciando esposte eventuali vulnerabilità strategiche”.
Da qui l’annuncio di un nuovo Clean Industrial Deal, da adottare entro i primi 100 giorni di governo, con l’obiettivo tra gli altri di “garantire l’approvvigionamento a basso costo, sostenibile e sicuro di energia e materie prime”, accompagnando le imprese con semplificazioni e investimenti verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, “che proporremo di includere nella legge europea sul clima”. In questo quadro si inserirà anche il nuovo provvedimento in materia di economia circolare, con l’obiettivo di “contribuire a sviluppare la domanda di mercato per i materiali secondari”, che potrebbe passare anche per la prevista riforma della direttiva sul Public Procurement, “e un mercato unico dei rifiuti, in particolare in relazione alle materie prime critiche”. Un proposito che, tuttavia, sembra già destinato a infrangersi sugli scogli delle probabili modifiche alla disciplina sulle spedizioni di rifiuti, che rischiano di ostacolare proprio gli scambi di rifiuti tecnologici (ricchi di minerali strategici) tra paesi Ue.
È una Unione nella quale decarbonizzazione e competitività non potranno prescindere l’una dall’altra, quella tracciata da von der Leyen, che per questo ha annunciato l’adozione di un Industrial Decarbonisation Accelerator Act “per canalizzare gli investimenti infrastrutturali e industriali, in particolare per i settori energivori”, ribadendo la necessità di intensificare gli sforzi per abbassare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese e sviluppare una “vera Unione energetica”. Sul fronte degli investimenti non c’è l’atteso annuncio di uno strumento di debito comune per finanziare le transizioni (che non ha mai convinto la maggioranza tra popolari, liberali e conservatori), ma nella proposta di budget pluriennale che verrà presentata nel 2025, chiarisce von der Leyen, sarà comunque previsto un nuovo European Competitiveness Fund “per utilizzare il potere del nostro budget al fine di fare da leva e da meccanismo di riduzione dei rischi per gli investimenti privati”.