Aperta la prima finestra di iscrizioni al nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi. Ma molte imprese aspetteranno gennaio prossimo per formalizzare l’adesione alla nuova piattaforma. Chi non si iscrive rischia sanzioni da 500 a 3.000 euro. Sfumata l’ipotesi di una proroga, resta fissata al 13 febbraio 2025 la data di avvio dei registri di carico e scarico digitali. Per il formulario occorrerà invece aspettare il 2026
È una impresa di trasporti ad aggiudicarsi il titolo di primo operatore iscritto al nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi, seguita – apprende Ricicla.tv – da una ditta individuale attiva in campo edile. A valle di un lungo periodo di avvicinamento alla piattaforma istituita nel 2018 per sostituire il controverso Sistri – archiviato dopo dieci anni di false partenze, malfunzionamenti e costi inutili a carico degli operatori – il registro telematico che sarà gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente e raccoglierà i dati sui rifiuti movimentati dalle imprese dello Stivale ha aperto ufficialmente le porte al primo contingente di operatori. Dal 15 dicembre e fino al 13 febbraio 2025 i produttori di rifiuti con più di 50 dipendenti e le aziende di gestione dei rifiuti potranno formalizzare la propria iscrizione al sistema, utilizzando le funzionalità disponibili sul portale web RENTRi.
“Abbiamo rispettato l’impegno con la Commissione europea assunto con il PNRR e dato l’avvio ad un sistema moderno di tracciabilità dei rifiuti che consentirà di tracciare i flussi necessari a costruire filiere circolari, prevenire gli illeciti e tutelare le imprese sane, semplificare gli adempimenti burocratici con ampio ricorso alla digitalizzazione” ha commentato Laura D’Aprile capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE.
L’iscrizione avviene tramite strumenti digitali di autenticazione (SPID di persona fisica o giuridica, CNS, CIE) da parte di uno o più utenti che rappresentano l’operatore. Dopo aver verificato i dati, incrociandoli con Registro delle imprese, domicili digitali della Pubblica Amministrazione e dei Gestori di Pubblici Servizi e anagrafe tributaria, il portale darà la possibilità agli utenti di creare il profilo operatore, definire i soggetti incaricati, inserire le unità locali e le attività svolte, specificare eventuali deleghe e inserire le autorizzazioni. Al termine della procedura sarà possibile versare per ogni unità locale, tramite PagPA, il diritto di segreteria e il contributo annuo definito per ogni classe di iscrizione.
La procedura, vale la pena ricordare, può essere compilata in più momenti, e questo spiega perché non c’è da attendersi da subito un’impennata delle iscrizioni. Anzi, è molto probabile che fino alla prima settimana del 2025 i numeri delle formalizzazioni restino decisamente bassi. Chi si iscriverà a dicembre 2024, pagando il contributo per l’anno in corso, dopo pochi mesi dovrà infatti versare anche il canone per il 2025, visto che la normativa chiede agli utenti di pagare la quota per il rinnovo dell’iscrizione entro il 30 aprile di ogni anno. Ecco perché molti operatori sceglieranno di completare le procedure d’iscrizione solo dopo il 6 gennaio, per evitare un doppio pagamento. Fermo restando che soprattutto le imprese più strutturate, con decine di unità locali da registrare, faranno bene ad avviare la procedura già dal primo giorno di apertura della finestra di iscrizione, rinviando a gennaio la sola operazione di pagamento.
A proposito di costi, il RENTRi si pone in netta discontinuità rispetto al Sistri non solo per i canoni d’iscrizione contenuti, ma soprattutto perché non obbligherà le imprese a dotarsi di nuovo hardware. Niente ‘black box’ e chiavette usb, simbolo del fallimento della piattaforma e salasso inutile per gli utenti. Sul piano dell’hardware l’unica eccezione varrà per i trasportatori di rifiuti speciali pericolosi, che dovranno dotarsi di sistemi di geolocalizzazione, la cui presenza a bordo rappresenterà già a partire da domani requisito di idoneità tecnica per l’iscrizione alla Categoria 5 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali. A giorni il comitato nazionale dell’Albo dovrebbe emanare un provvedimento d’indirizzo per guidare i trasportatori nel percorso di adeguamento al nuovo obbligo, secondo i criteri e le tempistiche definiti dal recente decreto direttoriale del MASE, che ha fissato al 13 febbraio 2027 la data di avvio dell’operatività della geolocalizzazione.
A ogni modo, anche se le iscrizioni si apriranno domani la vera data da segnare in rosso sul calendario resta quella del 13 febbraio 2025, quando per il primo scaglione di soggetti iscritti al RENTRi scatterà l’obbligo di tenuta dei nuovi format di registri di carico e scarico in modalità esclusivamente digitale. I dati delle movimentazioni, registrati secondo le tempistiche stabilite dal Testo Unico Ambientale, andranno inviati al RENTRi entro la fine del mese successivo alla data di ogni singola annotazione, mentre almeno una volta l’anno i registri digitali andranno inviati a sistemi certificati di conservazione sostitutiva.
Se per i primi iscritti al RENTRi i registri digitali partiranno già dal prossimo 13 febbraio, la digitalizzazione dei formulari di identificazione dei rifiuti arriverà per tutti solo dal 13 febbraio del 2026. Fino ad allora il FIR, anche se nel nuovo format, andrà tenuto in modalità cartacea. Nel frattempo proseguirà la sperimentazione coordinata dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali nelle vesti di braccio operativo del Ministero dell’Ambiente. La strada verso la piena operatività digitale del nuovo sistema, insomma, è ancora lunga.
Se al completamento della piattaforma manca ancora un pezzo fondamentale come il FIR digitale, a essere già definito e operativo è invece il quadro sanzionatorio: da 500 a 2000 euro per la mancata o irregolare iscrizione nel caso di produttori o gestori di rifiuti non pericolosi e da 1000 a 3000 per i rifiuti pericolosi. Stessi importi per la mancata o irregolare trasmissione dei dati delle movimentazioni. L’auspicio degli operatori è che almeno nella prima fase di operatività gli organi di controllo siano aperti a valutare e distinguere le irregolarità frutto di negligenza da quelle causate dalle complessità applicative del nuovo sistema e dai passaggi meno chiari della disciplina di riferimento.
Sembra ormai sfumata del tutto l’ipotesi di rinviare la scadenza del 13 febbraio, come nelle scorse settimane avevano chiesto le principali associazioni di imprese – da Confindustria a CNA e Confartigianato – reclamando più tempo per sciogliere i nodi tecnici e operativi del nuovo sistema e meglio adeguare l’organizzazione e le prassi aziendali ai nuovi strumenti e linguaggi della tracciabilità digitale. Appello infrantosi contro la volontà del governo di non deviare dal cronoprogramma stabilito. Oltre a rappresentare uno degli obiettivi PNRR, l’avvio del RENTRi è infatti anche oggetto di una procedura d’infrazione europea e c’è quindi da aspettarsi che Bruxelles voglia monitorare con attenzione i prossimi passaggi.