Da potenza economica a potenza ecologica. Il passo non è breve, ma oggi più che mai gli occhi del mondo guardano a lei, la Cina, dove la crescita sta cercando una sua declinazione sostenibile. Non più la manodopera, dunque: ad attrarre gli occidentali sono le opportunità offerte dai capitali e dal mercato interno. Si stima che in Cina le aree da bonificare siano comprese tra gli 1 e i 2 milioni di lotti di terreno. Basterebbe questo dato a capire quale potenziale di azione rappresenti la Repubblica Popolare: un’opportunità che l’Italia della green economy non può lasciarsi sfuggire.
Per questo il Ministero dell’Ambiente ha promosso la partecipazione delle imprese italiane alla CIEPEC, China International Environmental Protection Exhibition & Conference, fiera biennale dedicata al confronto delle imprese specializzate in tecnologia per la tutela ambientale “capitanando” la missione Italiana a Pechino. Della delegazione ha fatto parte anche RemTech Expo, che alla vigilia dell’apertura della fiera ha celebrato un accordo con l’ufficio di cooperazione economica internazionale del Ministero Cinese per la tutela dell’Ambiente, il FECO, facendo così della kermesse di Ferrara l’Hub italiano della piattaforma “3iPET”, vera e propria vetrina per chi offre tecnologie e servizi ambientali in Cina, in modo particolare sul fronte di tutela del territorio e bonifiche.
Il Ministero ha accolto e raccolto le realtà più interessanti e a maggior potenziale di internazionalizzazione della green economy nostrana all’interno dello stand-padiglione dedicato durante i giorni della fiera pechinese, anche grazie ai network di imprese portato dalle principali fiere italiane dedicate all’economia verde: Ecomondo e RemTech Expo.
Evento centrale per la missione il workshop dedicato al programma di Cooperazione Italia-Cina per la protezione ambientale e focalizzato sul tema della cosiddetta Soil Remediation, che ha visto un confronto tra le esperienze di imprese cinesi ed italiane scaturito, poi, in una sessione di B2B. Ad inaugurare il workshop, il direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Francesco La Camera, e il direttore generale del FECO/MEP, Chen Liang, che hanno sottolineato l’importanza dell’amicizia Sino-Italiana sul fronte ambientale. La Camera ha spiegato come le criticità ambientali cinesi siano rapportabili a quelle vissute dal nostro Paese in seguito allo storico miracolo economico del dopoguerra, permettendoci di sviluppare un’esperienza notevole ed applicabile al caso cinese.
Posizione che pone l’Italia in una condizione di obbligo morale ed economico a condividere la propria esperienza con Paesi come la Cina, come ha sottolineato anche il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.