Promuovere la formazione specialistica delle pubbliche amministrazioni e delle aziende private in materia di sviluppo sostenibile per quanto attiene al corretto utilizzo dei fondi strutturali. Favorire l’aggiudicazione degli stanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e delle aziende private supportandole nella stesura dei progetti, nella ricerca e selezione dei partner nonché affiancarle nelle attività di ricerca e di comunicazione.
È questa la missione di “Eubridge” il progetto di alta formazione sottoscritto dal centro di ricerca E-circular LUPT, dell’Università Federico II di Napoli e il board scientifico del Green Symposium. Progetto che punta a raccogliere adesioni tra pubblico e privato per costruire assieme a loro un ponte con l’Europa. Il progetto è stato presentato a conclusione della prima giornata di lavori durante la quale si è parlato di procedure di infrazione e investimenti per puntare all’innovazione.
“I prossimi mesi saranno un crocevia importante di sfide ed opportunità per l’Italia per quanto riguarda la programmazione ed il finanziamento di infrastrutture ambientali attraverso le risorse europee, risorse ingenti ma che vanno spese bene”. Stefano Lambertucci, del direttorato generale per le politiche regionali e urbane, intervenendo ai lavori è stato chiaro: agire e subito.
E non vogliono perdere altro tempo le regioni del sud che hanno preso parte ai lavori. Campania, Calabria, Basilicata e Puglia, hanno illustrato attraverso referenti istituzionali di spicco, i loro obiettivi per il prossimo settennio: uscire dalle procedure di infrazione creando un modello di economia circolare. Traguardo al quale guarda anche l’Agenzia di coesione territoriale, presente alla giornata di lavori.
“La politica di coesione contribuisce a colmare il divario esistente tra il nord e il sud del Paese” – lo ha detto intervenendo al dibattito Massimo Sabatini, direttore dell’Agenzia che ha continuato: “I temi della transizione energetica, della lotta al cambiamento climatico e del miglioramento dei servizi di pubblica utilità (energia, servizi idrici, gestione dei rifiuti) hanno ricevuto ingenti stanziamenti nei diversi periodi di programmazione e saranno confermati come obiettivi prioritari anche per il ciclo di programmazione 2021-2027 che si sta definendo in partenariato con le Regioni e i portatori di interesse”. – Poi il direttore ha concluso: “In attesa che il pacchetto regolamentare dell’Unione per i fondi strutturali venga approvato nei prossimi mesi e di conseguenza la programmazione nazionale per i fondi aggiuntivi (FSC) venga impostata coerentemente, questo è il momento per una efficace e costruttiva riflessione sulle principali linee programmatiche individuate e soprattutto sulle modalità da adottare per la loro attuazione”.
Per affrancarsi dal concetto di territori svantaggiati e per avviare quel processo di alfabetizzazione industriale e sensibilizzazione dei cittadini alla necessità di avere ciascuno la propria indipendenza, dal Green Symposium parte una proposta: creare il primo network pubblico-privato.
“Nel passato settennio di fondi, l’Italia ha speso 1 euro e ne ha restituiti 2 all’Europa. Questo non deve più accadere – sottolinea Monica D’Ambrosio, direttore scientifico della rassegna – Fare rete intorno alle esigenze del Paese è l’unica speranza per recepire le direttive e rendere autonome le regioni sotto il profilo della gestione industriale dei rifiuti. Unica modalità di gestione possibile se si punta a tutelare l’ambiente e l’economia”.