Gennaio 2018, ovvero quasi un anno dopo la seconda aggiudicazione della gara Consip (la prima risale all’agosto dell’anno scorso) al raggruppamento temporaneo di imprese capitanato da Almaviva e completato da TIM ed Agriconsulting. Solo allora, forse, sarà dato sapere cosa riserverà il prossimo futuro. Stiamo parlando dell’affidamento in concessione del Sistri, il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, che neanche quest’anno, probabilmente, vedrà la luce.
Il Tar del Lazio, infatti, lo scorso 7 giugno ha emanato un’ordinanza collegiale che rinvia al prossimo 24 gennaio 2018 l’udienza di discussione per il ricorso presentato da un’altra RTI (capitanata dall’azienda Exitone e che già si era vista fermare da una decisione che ne dichiarava improcedibile un precedente ricorso proprio a gennaio). Il motivo di una posposizione a così lungo termine starebbe nella estrema complessità della materia, che ha spinto i giudici della magistratura amministrativa a nominare ben due consulenti per assumere una decisione. Si tratta di due docenti, in particolare per per gli aspetti tecnici, il Direttore del Dipartimento di Informatica della Facoltà di Ingegneria dell’Informazione Informatica e Statistica dell’Università “La Sapienza” di Roma, Prof. Alessandro Mei, e, per gli aspetti economico-finanziari, il Dr. Marco Tranquilli.
Tra i punti che necessitano di particolare approfondimento, secondo l’ordinanza, ci sarebbe la necessità di verificare la sussistenza di eventuali incongruenze tra l’offerta della RTI Almaviva e i servizi che il Sistri dovrebbe effettivamente erogare, ma anche la necessità di chiarire se l’offerta del RTI Exitone non rispondesse effettivamente alle specifiche della gara. Dalla lettura dell’ordinanza, insomma, si comprende che il piano dello scontro tra Almaviva e ricorrenti fosse quello di mettere sostanzialmente in discussione l’adeguatezza delle offerte, alternativamente dell’una o dell’altra parte, di incontrare quanto richiesto dalla presa in carico della concessione del servizio sia sul piano tecnico che su quello finanziario.
A partire dall’inizio del lavoro di perizia, i due consulenti avranno complessivamente 150 giorni (cinque mesi) per depositare una relazione finale. Fatti i dovuti conti, si arriverebbe alla fine dell’anno per avere un’analisi puntuale delle criticità in oggetto, spingendo quindi i giudici a designare la data del 24 gennaio per discutere il merito della vicenda.
A quel punto a seconda di come andranno le cose da qui a gennaio 2018 la RTI capitanata da Almaviva potrà vedersi confermare o meno l’affidamento, e a meno di ulteriori trafile giudiziarie, firmare (o meno) il contratto. Dopodiché scatteranno i soliti tempi tecnici, e di fronte a quelli qualche certezza in più possiamo averla. Parlare di “certezze” forse è azzardato, in realtà, dato che le sorprese quando si parla di Sistri non mancano mai, ma stando al capitolato di gara l’affiancamento del nuovo affidatario al vecchio gestore sarebbe dovuto durare in media 6 mesi, durante i quali bisognava sviluppare anche le innovazioni del sistema. Tempi che, ipotizzando una firma immediata ed un avvio dell’iter istantaneo dopo la sentenza, ci condurrebbero comunque ad un 2018 inoltrato prima di vedere qualche sperimentazione sul campo. Senza dimenticare che il Ministero a fine 2015 promise una fase di confronto con le associazioni di categoria prima di mettere “su strada” il Sistri 2, il che allungherebbe ulteriormente i tempi. Sperando che la promessa sia mantenuta, ovviamente, ma per allora potremmo avere addirittura una nuova legislatura.
In altre parole il precedente gestore, vale a dire la società di orbita Finmeccanica in liquidazione, la Selex SeMa, si è garantita anche per il 2017 i 10 milioni di euro annui di gestione “straordinaria” previsti tra legge di bilancio e Milleproroghe già da un paio d’anni. Le previsioni, tra l’altro, restano limitate alla sola ipotesi in cui l’affidamento ad Almaviva dovesse essere confermato: se invece il ricorso dovesse incontrare un giudizio favorevole, allora gli scenari sarebbero davvero imprevedibili, quanto meno sull’allungamento dei tempi, che finirebbero probabilmente per dilatarsi oltre ogni immaginazione.