Nuovo capitolo per l’epopea giudiziaria del Sistri. Sin dalla sua nascita nel 2009 il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti è infatti stato protagonista delle carte dei tribunali amministrativi in misura seconda soltanto, forse, alle proroghe di cui è stato oggetto sul fronte operativo prima e sanzionatorio poi. Un’inclinazione che non tende ad affievolirsi.
A fine luglio fu presentato un ricorso da parte di un gruppo di software house contro il Ministero dell’Ambiente per chiedere l’annullamento parziale del nuovo Testo Unico Sistri entrato in vigore soltanto ad inizio giugno, mentre a maggio era stata la stessa Selex Se.Ma. a vedersi respingere il proprio tentativo di bloccare la gara per l’affidamento in concessione del sistema che la stessa società in orbita Finmeccanica (in liquidazione dallo scorso anno) aveva di fatto sviluppato. Una vicenda, questa, che ancora non ha visto la parola “fine”, giacché a pronunciarsi dovrà essere il Tribunale civile di Roma, ma nel frattempo la giustizia amministrativa ha permesso all’iter del bando di affidamento di andare avanti fino all’affidamento ad Almaviva, Tim e Agriconsulting di inizio agosto.
Ed è sempre dalla giustizia amministrativa, vale a dire dal Tar del Lazio, che giunge l’ultimo aggiornamento in ordine di tempo. Uno dei RTI che avevano partecipato alla gara (composta da Exitone spa, Dedalus spa e Lutech spa) ha infatti chiesto la sospensione prima e l’annullamento poi dell’aggiudicazione della gara indetta da Consip, tanto quanto di tutta la documentazione annessa e prodotta contestualmente alla procedura (dal bando di gara alla lettera d’invito passando per il documento descrittivo).
Secondo i ricorrenti, tra le altre cose, la commissione non avrebbe applicato i criteri per la procedura di verifica obbligatoria previsti dal codice degli appalti nel caso di individuazione di offerte “anormalmente basse”. Una prassi inevasa anche secondo il giudizio del Tar, ma ciò nonostante, unitamente agli altri elementi di un ricorso caratterizzato dalla presenza di «apprezzabili elementi di “fumus”», la magistratura amministrativa ha deciso di respingere l’istanza cautelare in quanto non sussistono «ragioni di estrema gravità ed urgenza tali da giustificare la sospensione del procedimento di gara ». Anche in questo caso la vicenda non è chiusa, quella del Tar è solo un’ordinanza: l’udienza vera e propria è fissata per il prossimo 25 gennaio.
Il ricorso e la relativa ordinanza, tuttavia, riaccendono i riflettori sulla vicenda Sistri sollevando nuovi interrogativi sui tempi. Tempi messi in discussione non tanto dalle vicende giudiziarie, insomma, quanto dalle lungaggini operative o comunque burocratiche: basti pensare che sono quasi quattro mesi, ormai, che la RTI capeggiata da Almaviva si è aggiudicata la gara, ma ancora non c’è notizia della firma di un contratto di appalto.
In mancanza di una firma che ufficializzi il passaggio di mano da Selex al trio Almaviva – Tim – Agriconsulting non potranno avere luogo tutta una serie di passaggi previsti dal bando stesso quali l’affiancamento, il trasferimento dei server, lo sviluppo del nuovo sistema e la sua sperimentazione. Insomma, anche quest’anno ipotizzare l’ennesimo ricorso al Milleproroghe di fine anno sembrerebbe essere tutt’altro che azzardato, con tutto il corollario di vecchie e nuove imprese costrette a pagare per un sistema fantasma. Un fantasma che a questo punto prenderà corpo chissà quando: «ragionevolmente nei primi mesi del 2017» diceva il sottosegretario Velo a fine aprile. Una previsione che diventa, questa sì, ad ogni giorno che passa sempre più azzardata.