Rinnovabili, la transizione ha generato più di 6 milioni di tonnellate di rifiuti metallici

di Redazione Ricicla.tv 12/03/2025

Secondo il JRC dell’Ue, entro il 2050 le dismissioni di impianti solari ed eolici potrebbero arrivare a generare ogni anno 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti di acciaio, 191.527 tonnellate di alluminio e 52.874 tonnellate di rame


Entro il 2040 il passaggio da fonti fossili a rinnovabili nella produzione di energia elettrica potrebbe generare tra i 6 e i 13 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici a fine vita. Che al 2050, data entro la quale l’Ue punta a raggiungere la neutralità carbonica, potrebbero cumulare un peso compreso tra i 21 e i 35 milioni di tonnellate. Solo una parte del totale dei rifiuti che saranno generati dalla transizione. Tra impianti a gas, carbone e olio combustibile in dismissione, sostituzione dei pannelli a fine vita e il repowering delle wind farm, al 2023 l’Ue ha già accumulato rifiuti per 6,2 milioni di tonnellate in acciaio, alluminio e rame, calcola il Joint Research Center dell’Ue in un report pubblicato nei giorni scorsi, ma i flussi sono destinati a crescere “in quantità molto maggiori e a velocità più elevate rispetto a quanto precedentemente stimato”, scrive il centro di ricerca.

Secondo il JRC, entro il 2050 solare ed eolico potrebbero arrivare a generare ogni anno 2,9 milioni di tonnellate di scarti di acciaio, 191.527 tonnellate di alluminio e 52.874 tonnellate di rame. La sfida per l’Ue, avverte il centro di ricerca, è darsi un quadro di policy capace di garantirne la corretta gestione, anche indirizzandoli ai canali del riciclo per recuperare risorse da restituire alla transizione, chiudendo il cerchio dell’economia circolare e rendendo la manifattura europea meno dipendente dalle importazioni dall’estero. Stando al report, il riciclo efficiente dei pannelli a fine vita, ad esempio, può recuperare risorse tali da coprire una quota della domanda di nuovi pannelli al 2030 compresa tra il 9 e il 23% per il silicio, tra l’11 e il 26% per l’alluminio, tra il 6 e il 16% di rame e tra il 41 e l’80% per l’argento. Quest’ultimo, se correttamente recuperato, al 2035 potrebbe addirittura soddisfare l’intera domanda, contribuendo a raggiungere l’obiettivo del 40% di produzione domestica di tecnologie rinnovabili entro il 2030 fissato nel Net Zero Industry Act.

Per incrementare la circolarità nella gestione dei rifiuti della transizione, tuttavia, servirà prima armonizzare il quadro normativo di riferimento, avverte il JRC. In tema di eolico, ad esempio, mancano disposizioni univoche per il recupero delle pale, che solo in Francia sono state oggetto di una specifica legge e di un target vincolante di riciclo. Quanto ai pannelli fotovoltaici, secondo il JRC sarà fondamentale garantire che nell’ambito dell’attuazione del regolamento sull’ecodesign i futuri requisiti di progettazione promuovano la riciclabilità, riparabilità e durabilità dei moduli. Da valutare anche l’introduzione di nuovi obiettivi specifici di recupero dei materiali, visto che quelli previsti dalla direttiva quadro sui raee “sono facilmente soddisfatti recuperando vetro e alluminio” mentre andrebbe incentivata anche l’estrazione di argento e di altre risorse critiche e strategiche “che sono limitate ma hanno un alto valore economico”. Per rendere circolare lo smantellamento delle centrali fossili, avverte poi il report, servirà soprattutto migliorare la gestione dei rifiuti da demolizione, a partire dai 23 milioni di tonnellate di cemento degli impianti a carbone già dismessi, il cui potenziale di riciclo “è ancora sottoutilizzato e differisce tra i vari Stati membri”.

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