Rifiuti verdi, MASE: “Comuni possono regolamentare accesso agli ecocentri”

di Luigi Palumbo 05/03/2025

Il Ministero dell’Ambiente dirama le prime indicazioni operative per il conferimento dei rifiuti da manutenzione del verde pubblico e privato nelle isole ecologiche. Comuni ed enti d’ambito potranno regolamentare i flussi prevedendo limitazioni o tariffe ad hoc. Il MASE: “Così contrastiamo abbandoni e illeciti”. Il commento del Consorzio Italiano Compostatori: “Prime indicazioni chiare dopo anni di incertezze”


Comuni ed enti d’ambito potranno disciplinare l’accesso degli operatori del verde ai centri di raccolta rifiuti per evitare ingolfamenti nella gestione dei residui da manutenzione pubblica e privata di parchi e giardini. Prevedendo, in caso di necessità, “specifiche limitazioni” o tariffe speciali per il conferimento. Lo scrive il Ministero dell’Ambiente in una comunicazione – della quale Ricicla.tv ha preso visione – con le prime indicazioni operative sulla gestione di sfalci e potature del verde dopo l’entrata in vigore della legge di conversione del decreto ‘ambiente’, che ha esteso anche ai ‘rifiuti verdi’ prodotti in ambito privato il perimetro giuridico dei rifiuti urbani. “Attraverso appositi regolamenti – si legge nella nota – i Comuni e gli Enti di Governo d’Ambito possono regolamentare le modalità di raccolta di questi flussi e prevedere specifiche limitazioni di accesso ai Centri di Raccolta da parte delle utenze non domestiche”.

“Su impulso del vice ministro Vannia Gava – spiega a Ricicla.tv Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE e firmataria della nota – abbiamo ascoltato gli operatori del settore e ANCI per capire in che modo supportare l’attuazione di una norma che ha come obiettivo la valorizzazione di un flusso strategico per la produzione di compost, biogas, biocarburanti e che presenta elevate potenzialità di sviluppo tecnologico. Si contrastano così anche l’abbandono incontrollato e gli illeciti, garantendo la tracciabilità della filiera”. “Le indicazioni del MASE sono frutto di un lavoro condiviso tra tutti i portatori d’interesse, dai Comuni alle associazioni dei servizi ambientali – aggiunge il direttore del Consorzio Italiano Compostatori Massimo Centemero – e dopo anni di incertezze rappresentano un primo e importante passo per mettere ordine nel settore e giungere alla definizione di prassi operative chiare”.

La conversione del dl ambiente ha infatti riportato tutti gli sfalci e potature nel novero dei rifiuti urbani, riallineandone la definizione alle indicazioni dell’Ue e completando la riforma operata dal decreto legislativo 116 del 2020, che aveva incluso solo i residui da manutenzione del verde pubblico. Giardinieri e manutentori possono quindi accedere alle isole ecologiche per il conferimento dei residui della propria attività, indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell’intervento che ha generato rifiuti. Il timore dei Comuni, tuttavia, è che le quantità di residui prodotti dalle attività professionali – più elevate rispetto a quelle generate in ambito domestico – possano gravare eccessivamente sulla logistica dei centri di raccolta, sui costi a carico dei gestori e, da ultimo, sulle tariffe rifiuti. Da qui le prime proposte operative diramate dal MASE, che nelle scorse settimane aveva chiesto a gestori del servizio rifiuti, operatori del verde, compostatori e amministratori locali di lavorare all’elaborazione di soluzioni condivise che garantissero la transizione ordinata verso il nuovo regime.

La nuova disciplina degli sfalci e potature del verde urbano, chiarisce la nota del MASE, “non implica automaticamente la possibilità di conferirli presso gli ecocentri senza alcuna limitazione di accesso”, ma enti locali e gestori dei centri di raccolta avranno la facoltà di valutare se e come disciplinare i flussi. Attraverso appositi regolamenti (comunali o d’ambito) – e a valle “di una valutazione dei possibili flussi incrementali derivanti dall’applicazione della nuova norma” – potranno infatti essere stabilite, in funzione dell’adeguatezza dei centri di raccolta in termini di spazio e attrezzature, specifiche giornate e orari di conferimento per i rifiuti del verde privato, limitazioni delle quantità conferibili per singola utenza, o in casi estremi si potrà “non prevedere l’accesso di tali flussi” se le strutture non dispongono di spazi e attrezzature adeguati. Le utenze non domestiche, suggerisce poi il Ministero, potrebbero inoltre essere soggette a regolamentazioni più stringenti, come il pagamento di tariffe aggiuntive legate alla necessità di mettere a disposizione un servizio dedicato o la necessità di dimostrare che il rifiuto conferito provenga da un’attività svolta all’interno del territorio comunale di riferimento. La nota prevede inoltre la possibilità per Comuni ed enti gestori di garantire alternative praticabili per il conferimento di tali rifiuti.

“La conversione del dl ambiente ha allineato il nostro paese al dettato normativo europeo – aggiunge Centemero – ora dobbiamo fare in modo che il sistema di gestione degli scarti del verde risponda alle esigenze di tutti i soggetti coinvolti. Evitando, laddove necessario, ingolfamenti e sovraccarichi dei centri di raccolta, ma anche scongiurando il rischio di abbandoni indiscriminati, come accaduto negli ultimi anni a causa delle complessità burocratiche e delle difficoltà ad accedere ai centri di raccolta o sistemi alternativi con possibile aggravio di costi operativi per gli operatori del verde. Ora conferire correttamente i rifiuti di parchi e giardini sarà più semplice, e questo farà in modo che quantità crescenti di sfalci e potature confluiscano verso quella che è la loro collocazione naturale: il recupero nella filiera nazionale del riciclo organico, fiore all’occhiello dell’economia circolare italiana”.

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