Una percentuale media di raccolta differenziata del 55,2%, seppur con l’immancabile gap tra le Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, e performance in linea con le future sfide del pacchetto Ue sull’economia circolare. Questa l’istantanea dell’Italia del riciclo degli imballaggi immortalata nei dati dell’ottavo rapporto annuale sulla banca dati Anci-Conai presentati oggi nella sede dell’Anci a Roma dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco, dal presidente del Conai Giorgio Quagliuolo, e dal delegato Anci ai Rifiuti Ivan Stomeo.
Stando al dossier, riferito al 2017, la percentuale di differenziata passa dal 66,17% del Nord, al 51,51% del Centro, fino al 42,13% del Sud. Complessivamente, sono 7.827 (il 98%) i Comuni che hanno stipulato almeno una convenzione con i Consorzi di filiera del Conai per la raccolta differenziata. Il rapporto evidenzia che i risultati complessivamente conseguiti dal sistema Conai superano gli obiettivi di recupero e riciclo fissati al 2008, rispettivamente del 18% sugli obiettivi fissati per il recupero (78% rispetto ad un target del 60) e del 12,5% degli obiettivi fissati per il riciclo (67,5% rispetto all’obiettivo del 55). Numeri che permettono all’Italia di guardare con ottimismo al futuro, visto che per quasi tutte le frazioni differenziate (carta, vetro, acciaio, alluminio e legno) risultano già raggiunti e superati gli obiettivi di raccolta e avvio a riciclo fissati nelle nuove direttive europee sull’economia circolare. Unica eccezione la plastica, per la quale il tasso di riciclo è fermo al 43,4% rispetto ad un target del 50%. Una distanza non impossibile da colmare.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha evidenziato come il sistema dell’Accordo Anci-Conai “sia uno strumento indispensabile e all’avanguardia in Europa per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Tuttavia – ha sottolineato – è necessario mettere in campo nuovi sforzi a fronte dei crescenti obiettivi ambientali che l’Unione europea ha fissato per il 2030, nonché in relazione al rinnovato scenario che si sta delineando con l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, la cui presenza deve attuarsi in una logica di rete e con l’unico scopo di accrescere la tutela ambientale”. “Sarebbe quindi opportuno – ha aggiunto Costa – nella stipula del nuovo accordo-quadro, attuare un sistema di responsabilità estesa del produttore, che aggiorni il metodo di calcolo dei ‘maggiori oneri’, promuovendo le misure che i Comuni virtuosi intraprendono per intercettare i rifiuti e per favorire una cultura del riutilizzo e degli acquisti di prodotti sostenibili”.
“Anci è consapevole che sull’Ambiente, sul cambiamento climatico, e sulla riduzione e riuso dei rifiuti si gioca una partita decisiva anche per il nostro Paese. C’è bisogno di grande coraggio e di grande attenzione”, ha aggiunto da parte sua Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci. “Come Associazione ci stiamo muovendo decisamente in questa direzione e sapremo essere esigenti perché si raggiungano risultati positivi in tutta Italia. Anche nelle zone del Paese dove è necessario un maggior investimento in termini di attenzione e di risorse per raggiungere gli obiettivi prefissati di raccolta differenziata”.
“Il nuovo Rapporto dimostra ancora una volta non solo quanto Conai e Anci siano in grado di dialogare con efficacia e consapevolezza, ma anche quanto la loro collaborazione rivesta un’importanza primaria per i Comuni italiani”, ha detto il presidente del Conai Giorgio Quagliuolo. Si tratta di “una capacità di interazione che assume rilievo ancora maggiore quest’anno, mentre Anci e Conai sono impegnati nella negoziazione del rinnovo dell’Accordo Quadro, uno strumento fondamentale che ha permesso all’Italia di avere la leadership in Europa sulla gestione dei rifiuti di imballaggio”. “Il nostro obiettivo – ha concluso Quagliuolo – è migliorare insieme la raccolta differenziata in termini sia quantitativi sia qualitativi, sempre all’interno di una logica di sussidiarietà. Del resto, oggi quasi tutti i Comuni stipulano convenzioni con il sistema consortile e nel 2018 abbiamo trasferito 561 milioni di euro per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata degli imballaggi, che rappresentano circa il 25% dei rifiuti urbani”.