Troppe domande senza risposta e troppo poco tempo per mettere tutti nelle condizioni di partire col piede giusto. La prima fase di operatività del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi rischia di trasformarsi in un salto nel buio. Per questo gestori di rifiuti e software house hanno scritto al Ministro dell’Ambiente chiedendo chiarimenti e sollecitando un intervento sulle tempistiche di attuazione
Mancano poco più di due settimane all’appuntamento con l’avvio della prima fase di operatività del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi, in calendario per il prossimo 13 febbraio, quando per le circa 70 mila imprese del primo scaglione di iscrizioni si chiuderà la finestra per l’accesso alla piattaforma e scatterà l’obbligo di tenuta del nuovo registro di carico e scarico in via esclusivamente digitale. Tempi stretti. Troppo, cosi come troppi sono gli interrogativi sulle modalità operative rimasti fin qui senza risposta. Una combinazione che rischia di trasformare in un passo falso il primo, cruciale step nell’attuazione della piattaforma. Questo l’allarme lanciato nelle ultime settimane dalle principali associazioni di categoria coinvolte nel processo, diverse delle quali hanno scritto direttamente al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin chiedendo la revisione del cronoprogramma del sistema. Appelli di natura tecnica, che le imprese sperano possano trovare spazio politico nelle proposte di emendamento al decreto milleproroghe in esame al Senato, per la conversione in legge entro il prossimo 25 febbraio.
È “indispensabile” una “moratoria nell’applicazione delle sanzioni relative ad iscrizione, tenuta digitale dei registri e invio dei movimenti al RENTRi”, scrivono in una lettera congiunta Assintel e Assosoftware, le due principali sigle nazionali delle imprese ICT, impegnate in questi mesi nello sviluppo dei servizi di interoperabilità tra il nuovo sistema di tracciabilità e gli applicativi gestionali usati dagli operatori. Software house che, si legge, “si stanno trovando in questi giorni sommerse da un carico di lavoro difficilmente sostenibile” per le migliaia di richieste di adeguamento degli applicativi gestionali già in uso o di installazione ex novo da parte delle imprese del primo scaglione di iscrizioni. Molte delle quali, soprattutto tra i produttori iniziali di rifiuti, si troveranno a utilizzare per la prima volta gli strumenti dell’amministrazione digitale, tra applicativi ERP, firme e sistemi di conservazione.
“Decine di migliaia di imprese – si legge – che ancora oggi non hanno neanche completato la procedura di iscrizione, anch’essa non banale e che, dovendo svolgere il ruolo di primi utenti di un sistema nuovo come il RENTRI, sono quelle che hanno avuto meno tempo per adeguarsi e per formare i propri operatori”. Anche perché i test di interoperabilità condotti dagli sviluppatori delle software house in collaborazione con i tecnici di Ecocerved (la società delle Camere di Commercio che per conto del Ministero dell’Ambiente sta lavorando alla costruzione del RENTRi) sono partiti solo ad aprile del 2024, in ritardo di diversi mesi rispetto al cronoprogramma originario, e questo ha fatto slittare la consegna dei software ERP aggiornati. In più, scrivono le associazioni, il sistema è “ancora soggetto a modifiche importanti dal parte del MASE”, le ultime rilasciate solo pochi giorni fa. Un sistema ancora “in produzione”, insomma, che “non sarà reso disponibile prima dell’avvio dell’obbligo”. L’appuntamento con il 13 febbraio, stando così le cose, rischia di trasformarsi in un pericoloso salto nel buio.
Ai tempi troppo stretti per l’adeguamento delle infrastrutture informatiche da parte degli sviluppatori si aggiunge l’incertezza sul fronte degli utilizzatori. Ancora troppi gli interrogativi che non hanno trovato risposta né da parte del Ministero dell’Ambiente né del servizio di supporto sulla piattaforma ufficiale del RENTRi, come hanno sottolineato in una lettera al MASE le due principali associazioni nazionali del waste management Utilitalia e Assoambiente, sollecitando “un urgente riscontro” a una trentina di quesiti trasmessi a partire dallo scorso settembre. Quesiti dalla portata ampia, che spaziano dalle modalità operative per i centri comunali di raccolta alle rettifiche sui nuovi modelli di formulario di identificazione dei rifiuti e registro di carico e scarico, che entreranno in vigore per tutti a partire dal 13 febbraio contestualmente all’obbligo di digitalizzazione dei registri per gli utenti iscritti al RENTRi. Incertezze che, per le 70 mila imprese del primo scaglione di iscrizioni, rischiano di tradursi in condotte potenzialmente sanzionabili da parte degli organi di controllo. Per questo anche i gestori di rifiuti chiedono, insieme o in alternativa al rinvio della data di avvio della prima operatività, una sospensione di 180 giorni del quadro sanzionatorio previsto dal Testo Unico Ambientale.
Nel frattempo tra le imprese montano frustrazione e preoccupazione. “Siamo lasciati al nostro destino – scrive a Ricicla.tv un operatore – ho consultato le domande e risposte del sito RENTRi senza trovare come procedere per risolvere un problema in fase di iscrizione, scrivo all’assistenza tramite il sito del RENTRi – aggiunge – e mi rispondono che devo consultare le schede informative, ritorno sulle schede informative e non risolvo, riscrivo all’assistenza e mi inviano il link di una scheda che riassume i soggetti obbligati. Ma parlare con qualcuno? Impossibile! Avere delle informazioni precise? Peggio che andar di notte”. “Il settore – commenta su LinkedIn l’amministratore di una software house – non è ancora pronto per partire fra meno di una manciata di giorni. Perché si deve portare tutti al massimo livello di stress per rendersi conto, solo quando si è andati a sbattere, che bastava un po’ di buonsenso per evitarlo?” Un clima di apprensione che sembra non impensierire MASE e Albo Nazionale Gestori Ambientali, che sulle pagine del principale quotidiano economico nazionale nei giorni scorsi hanno snocciolato i dati sulle iscrizioni in corso, poco meno di 32 mila quelle già effettuate, confermando che il RENTRi sarà “un’occasione per la Pa e per il mondo imprenditoriale per realizzare uno sviluppo sostenibile tanto sbandierato ma ancora non pienamente attuato”, come ha osservato il direttore generale per l’economia circolare del MASE Luca Proietti.
Non riusciamo ad iscrivere le sedi secondarie, abbiamo seguito i webinar dell’albo ma non era possibile chiedere nulla, abbiamo ricercato fra le FAQ del sito del Rentri ma non troviamo la risposta. Almeno con il sistri si poteva parlare con qualcuno, adesso si come avete detto voi “siamo lasciati al nostro destino!” .