Rinviare da febbraio a giugno il termine per l’avvio della prima operatività del RENTRi, o sospendere fino a quella data il quadro sanzionatorio: ecco cosa chiedono le associazioni delle imprese nelle proposte di modifica al decreto ambiente in esame al Senato. Troppi i nodi organizzativi e normativi ancora da sciogliere, dicono gli operatori
Serve più tempo per sciogliere i nodi tecnici e operativi del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, ma anche una moratoria sulle sanzioni, per scongiurare il rischio che le criticità irrisolte si tramutino in contestazioni a carico delle imprese. Queste le richieste delle principali associazioni datoriali nazionali, cristallizzate nelle memorie depositate presso la commissione ambiente del Senato nell’ambito dell’esame del decreto legge ambiente. Appelli lanciati a poco più di un mese all’avvio delle iscrizioni al RENTRi, che dal prossimo 15 dicembre coinvolgeranno il primo scaglione di operatori. Una data che, al momento, nessuno sembra intenzionato a mettere in discussione – anche perché sul tema è aperta una procedura d’infrazione europea – mentre crescono le pressioni per spostare in avanti l’avvio della prima fase di operatività, quella dei registri di carico e scarico digitali, attualmente fissato al 13 febbraio 2025.
“Le imprese che si interfacciano con il RENTRi tramite sistemi gestionali e le stesse software house – scrive nella propria nota la federazione dei gestori UTILITALIA – hanno più volte evidenziato che il tempo a disposizione non è sufficiente a garantire lo sviluppo dei software, le attività di test e tutte le attività accessorie (es. la formazione degli operatori) necessarie a garantire la piena operatività del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. Si tratta di ritardi difficilmente recuperabili a un solo mese dalla partenza del nuovo sistema”, motivo per cui l’associazione chiede di “estendere di 4 mesi il periodo entro il quale le imprese del cosiddetto ‘primo scaglione’ potranno iscriversi al RENTRi”. Un appello che trova allineate anche le sigle delle imprese artigiane, secondo cui “pur non potendo ipotizzare una proroga alla luce degli impegni comunitari – chiariscono CNA e Confartigianato – si propone di allungare le tempistiche di completamento della prima scadenza, immaginando che la stessa possa concludersi non a febbraio 2025 bensì a giugno”. Un maggiore arco di tempo che, si legge, “consentirebbe al RENTRi di essere effettivamente avviato”, ma concedendo alle imprese “alcuni mesi in più per completare il passaggio ai nuovi adempimenti”.
Il tema dei tempi, infatti, è direttamente collegato alla complessa attività di adeguamento dell’organizzazione e delle prassi aziendali attorno ai nuovi strumenti e linguaggi della tracciabilità digitale, come emerso in occasione del talk organizzato la scorsa settimana da Ricicla.tv a Ecomondo 2024. “Oggi non credo che gli operatori abbiano tutti l’esatta percezione di cosa comporterà l’adozione del sistema – ha chiarito Alberto Notari di A2A – capire cosa significa ‘sigillare’ un movimento o inviarlo a un sistema terzo con cui bisogna interfacciarsi è una sfida che in questo momento appare ancora un po’ prematura”. “Servono tempi chiari e sufficienti ad adeguare tutte le piattaforme impattate dall’avvio del RENTRi”, ha aggiunto Linda Botta, di Herambiente, secondo cui “serve anche maggiore chiarezza normativa”. Accanto alle complessità organizzative, restano infatti da sciogliere i nodi interpretativi che frenano l’adeguamento dei sistemi informatici al quadro normativo e amministrativo di riferimento. “Mancano chiarimenti utili a fare in modo che i software possano essere adeguati in maniera efficace – ha spiegato Giovanni Paone di Assintel – senza chiarezza, il sistema partirà ma lo farà zoppicando”. “Servono risposte ai quesiti tecnici e informatici ma anche legislativi – ha sintetizzato Gabriele Muzio di Confapi – e soprattutto più tempo per formare gli operatori, soprattutto quelli di dimensioni più piccole”.
Il quadro, insomma, resta complesso. Da qui le richieste per un allungamento dei termini, non solo con il rinvio della data di avvio della prima fase di operatività – come chiesto anche da Confcommercio, oltre che da Utilitalia, CNA e Confartigianato – ma anche con la sospensione del quadro sanzionatorio, come invece proposto da Confindustria. “A questo proposito – si legge infatti nella memoria dell’associazione – sarebbe auspicabile sospendere l’applicazione delle sanzioni amministrative connesse al nuovo obbligo di trasmissione dei dati fino al 15 giugno 2025 (scadenza della seconda tranche di iscrizione al RENTRi), per favorire un avvio graduale dei sistemi gestionali, senza che tuttavia venga meno la tracciabilità dei rifiuti”. Una ipotesi, quella di una sospensione delle sanzioni, rispetto alla quale nel corso del talk di Ecomondo il direttore generale per l’economia circolare del Ministero dell’Ambiente Luca Proietti ha chiarito di “stare facendo delle riflessioni”. Ora l’attesa è per l’esame delle proposte emendative al decreto ambiente. Il termine per la presentazione è scaduto ieri.