Il Senato ha respinto le proposte di emendamento al decreto ambiente che puntavano a modificare le tempistiche di attuazione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi. Confermata l’apertura delle prime iscrizioni al 15 dicembre e l’avvio dell’operatività al 13 febbraio 2025
Nessuna modifica al calendario per l’adozione del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRi. Nel corso dell’esame del decreto legge in materia di tutela ambientale la commissione ambiente del Senato ha respinto o dichiarato inammissibili le proposte emendative di maggioranza e opposizione che puntavano a rinviare alcuni dei principali termini temporali nel cronoprogramma di attuazione della piattaforma. Il disegno legge di conversione del decreto ambiente sarà discusso oggi dall’aula di Palazzo Madama. Il governo sembra intenzionato a porre la questione di fiducia e il testo dovrebbe quindi essere adottato senza subire modifiche rispetto alla versione licenziata dalla commissione. Visti i tempi stretti per la conversione, da portare a termine entro il 15 dicembre, anche la Camera dovrebbe adottare lo stesso testo, limitandosi come ormai quasi da prassi a una lettura solo formale.
Respinta dunque la richiesta di prolungare fino al 13 giugno 2025 la chiusura del primo scaglione di iscrizioni e, contestualmente, anche la data di partenza della prima operatività del sistema, attualmente fissata al prossimo 13 febbraio. Nel corso delle audizioni sul dl ambiente alcune delle principali associazioni d’imprese – da CNA a Confartigianato, passando per Utilitalia – avevano chiesto più tempo per sciogliere i nodi tecnici e operativi del nuovo sistema e meglio adeguare l’organizzazione e le prassi aziendali ai nuovi strumenti e linguaggi della tracciabilità digitale. Ma l’appello si è infranto contro la volontà del governo di non deviare dal cronoprogramma stabilito, visto che sul tema è aperta una procedura d’infrazione europea e che Bruxelles monitorerà con attenzione i prossimi passaggi. Respinta anche la proposta emendativa targata Forza Italia che, in linea con le richieste di Confindustria, puntava a sospendere fino all’11 ottobre l’applicazione delle sanzioni per la mancata o irregolare iscrizione e trasmissione al RENTRi dei dati dei registri digitali di carico e scarico.
A questo punto tutto fa pensare che il cronoprogramma del nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti non subirà ulteriori modifiche. E non solo per l’effetto di deterrenza politica generato dai riflettori accesi di Bruxelles. Anche dal punto di vista tecnico, infatti, è difficile immaginare un nuovo intervento sulle tempistiche da qui alle prossime settimane, tanto meno con il decreto milleproroghe, che da tradizione vede la luce solo l’ultima settimana di dicembre – quindi dopo l’apertura del primo scaglione di iscrizioni al RENTRi, prevista per il prossimo 15 dicembre – e che quindi entrerebbe in vigore quando mancherebbe ormai poco più di un mese all’avvio della prima fase di operatività della piattaforma.
La data segnata in rosso sul calendario, insomma, resta quella del 13 febbraio 2025, quando si chiuderà la finestra di iscrizioni per il primo gruppo di operatori, ovvero le imprese produttrici di rifiuti con più di 50 dipendenti e le aziende di gestione dei rifiuti. A partire da quella data scatterà per loro l’obbligo di tenuta del registro di carico e scarico in formato digitale e l’obbligo di invio al RENTRi dei dati delle movimentazioni, da trasmettere entro la fine del mese successivo alle registrazioni. Sempre a partire dal 13 febbraio 2025 tutte le imprese soggette all’obbligo di tracciabilità dei rifiuti, anche quelle che non dovranno iscriversi al RENTRi, dovranno adottare i nuovi modelli di registri e formulari introdotti dal Ministero dell’Ambiente con il regolamento del sistema di tracciabilità.
Nel frattempo proseguono i test delle funzionalità RENTRi in ambiente demo, sia con i servizi di supporto messi a disposizione degli utenti sul portale web del sistema che con le funzioni di interoperabilità sviluppate dalle software house produttrici di applicativi gestionali. Stando a quanto riferito alla nostra testata dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, tra luglio e novembre gli operatori iscritti sono passati da 800 a 5000, con 18 mila soggetti incaricati. Un tasso di crescita incoraggiante confermato anche dai numeri delle movimentazioni sui registri di carico e scarico che sono di fatto centuplicati rispetto a luglio, raggiungendo quota 370 mila al 30 novembre. Dati che, riferisce l’Albo, rilevano l’assenza di criticità tecniche o tecnologiche sulla piattaforma e sulla sua fruibilità, con interoperabilità o senza.