Dopo la pausa estiva riprende il conto alla rovescia verso le prime iscrizioni al nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RENTRI, al via dal prossimo 15 dicembre. La consulente ambientale Tiziana Cefis: “Le imprese cominciano a essere un po’ preoccupate, ma il mio consiglio è quello di investire in formazione e responsabilizzazione del personale”
Preparare i dati necessari a una corretta iscrizione, ‘allenandosi’ con le demo disponibili online, ma soprattutto “definire in maniera chiara tutte le attività aziendali coinvolte nel cambiamento” formando e responsabilizzando il personale. Questo, spiega la consulente ambientale Tiziana Cefis, il modo migliore per prepararsi all’apertura delle prime iscrizioni al nuovo registro informatico di tracciabilità dei rifiuti, il RENTRI, che nel giro di poco più di tre mesi smetterà di essere un semplice acronimo per fare il suo debutto ufficiale nella vita dei produttori, trasportatori e gestori di rifiuti e che entro febbraio 2026 sostituirà l’attuale sistema cartaceo basato su registri di carico e scarico e formulari con una piattaforma completamente digitale. “Dopo la pausa estiva stiamo riprendendo i contatti con gli operatori – racconta Cefis, consulente per lo studio TeA Consulting – e devo dire che le aziende, che fino a oggi hanno seguito l’avvicendarsi dei fatti senza entrare troppo nel merito della transizione, cominciano a essere un po’ preoccupate“.
Qualcuno, nella più italica delle tradizioni, spera già in una proroga, ma dopo l’apertura di una procedura d’infrazione europea per l’errato recepimento della direttiva quadro rifiuti – con la Commissione Ue che nella sua lettera di messa in mora ha stigmatizzato anche i passaggi sulla tracciabilità informatica – tutto lascia pensare che governo e Ministero dell’Ambiente andranno dritti secondo il cronoprogramma stabilito: primo scaglione di iscrizioni al via il prossimo 15 dicembre, quindi, e obbligo per le imprese coinvolte di adottare il nuovo registro digitale di carico e scarico entro il 13 febbraio 2025, mentre per il formulario si andrà avanti ancora per un anno con quello cartaceo, e solo a partire dal 13 febbraio 2026 tutti i soggetti obbligati a iscriversi dovranno sostituirlo con il formulario digitale.
In questo scenario, chiarisce Cefis, “la prima vera novità è costituita dall’obbligo di iscrizione al RENTRI, che raccoglierà i dati dei registri di carico e scarico e dei formulari, trasmessi secondo tempistiche definite dal dm 59 del 2023″. Nei prossimi tre mesi, quindi, la cosa migliore da fare “è individuare lo scaglione di iscrizione e i dati necessari a procedere a un’iscrizione corretta. Il mio consiglio è quello di simulare la procedura nell’area demo del portale RENTRI, aperta da diversi mesi, per prepararsi all’apertura delle iscrizioni vere e proprie”. Ma i prossimi tre mesi, spiega la consulente, dovranno servire soprattutto “a rivedere procedure e prassi aziendali per renderle conformi alla normativa vigente, e a definire compiti e responsabilità. A questo fine è fondamentale informare e formare il personale a tutti i livelli”.
Formazione resta insomma la parola d’ordine. Anche perché, spiega Cefis, se è vero che “le regole del gioco non cambiano, visto che avremo sempre il nostro registro di carico e scarico e il formulario di identificazione dei rifiuti, cambiano però i format, che saranno nuovi e che richiederanno più informazioni, e soprattutto saranno digitali. Chiaramente chi utilizza un software gestionale sarà facilitato in questa transizione, perché verrà un po’ accompagnato per mano, mentre per chi non disponesse di un ERP aziendale il consiglio è di prendere confidenza con i servizi di supporto all’interno dell’area demo del portale ufficiale della piattaforma”.
Senza dimenticare che errori o omissioni costeranno caro. “Le regole del gioco, come dicevo, non cambiano – chiarisce Cefis – le sanzioni legate alla tracciabilità definite dall’articolo 258 del testo unico ambientale sono valide oggi ma saranno valide anche domani. A queste, naturalmente, si aggiungono quelle relative al RENTRI, per la mancata o irregolare iscrizione o per il mancato rispetto dei tempi di invio dei dati secondo le tempistiche previste. Non bisogna abbassare la guardia”. Piuttosto che cedere al panico, o attendere provvidenziali rinvii dell’ultima ora, meglio familiarizzare con il sistema e le sue logiche. Un’attività che consentirà anche di far emergere, come sta già succedendo, eventuali incongruenze nell’architettura del sistema. “RENTRI è ancora in fase di costruzione – chiarisce infatti Cefis – i tempi che ci separano dal 13 febbraio del 2026, quando scatterà la piena operatività digitale di registri e formulari per i soggetti obbligati, devono servire proprio ad arrivare ad avere un sistema che consenta alle aziende di operare correttamente. Per questo è importante che non si interrompa mai il dialogo costruttivo che c’è stato fin qui tra gli stakeholder e le istituzioni”.