Sono entrate in vigore le nuove modalità semplificate di raccolta e trasporto dei raee ritirati da retailer, installatori e manutentori. A partire dalla cancellazione dell’obbligo di iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, trasformato nell’obbligo di iscrizione al Centro di Coordinamento RAEE. Il direttore generale Fabrizio Longoni: “Circa 250 mila soggetti interessati, miglioreremo la tracciabilità delle apparecchiature”
Adempimenti burocratici più leggeri, ma anche controlli più capillari per contrastare le gestioni non a norma. È operativa dallo scorso 15 novembre la nuova disciplina per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ritirati dagli operatori della distribuzione, dagli installatori e dai centri di assistenza. Un intervento, quello introdotto con la conversione in legge del decreto infrazioni, che secondo stime del Centro di Coordinamento RAEE interesserà circa 250 mila operatori e che, nelle intenzioni di governo e Parlamento, dovrà contribuire a rilanciare la raccolta nel nostro Paese, lontana dal target obbligatorio del 65% (nel 2023 eravamo al 33,8%) e per questo oggetto di una lettera di messa in mora da parte dell’Ue . “L’impostazione delle nuove misure segue la direttiva europea di riferimento – chiarisce il direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE Fabrizio Longoni – che invita alla semplificazione burocratica della raccolta. Il legislatore si è mosso in questa direzione alleggerendo una serie di obblighi e di adempimenti”. Alleggerimenti sia per i cittadini che per gli operatori, spiega il CdC RAEE, che ha rilasciato una nota interpretativa ufficiale per guidare i soggetti interessati alla corretta lettura e applicazione delle misure.
In materia di documentazione, ad esempio, viene meno l’obbligo di compilare un documento per attestare la consegna ‘in store’ dei piccoli raee restituiti dai cittadini nella modalità ‘1 contro 0’, ovvero senza obbligo di acquisto di un apparecchiatura equivalente. “Questo dovrebbe agevolare i consumatori nel trovare sempre più punti vendita anche di piccole e medie dimensioni disponibili ad accettare i loro rifiuti tecnologici – spiega Longoni – ma anche i negozianti, che vedono ridursi il carico documentale”. Con lo stesso obiettivo la nuova disciplina manda poi in soffitta, sostituendoli con un nuovo e più snello ddt, i due format esemplari che, ai sensi della vecchia normativa, avrebbero dovuto accompagnare il trasporto dei raee ritirati nelle modalità ‘1 contro 1’ e ‘1 contro 0’ dal luogo di deposito preliminare al centro di raccolta o all’impianto di trattamento. “Il CdC RAEE uscirà a breve con un fac-simile che riporta le informazioni previste dalla normativa, nel quale sarà identificata anche la tipologia di raee gestiti – chiarisce Longoni – un documento che funzionerà di fatto come un formulario non vidimato. Occorre ricordare infatti che i ddt dovranno essere conservati per 3 anni, ad attestare l’effettiva gestione da parte dei distributori dei quantitativi di raee in ingresso e in uscita, per non perdere il controllo di quanto avviene sul territorio”.
Semplificazioni sì, insomma, ma non a scapito della tracciabilità. Un principio che sta alla base dell’intera operazione e che riguarda da vicino anche un’altra, forse la principale, tra le semplificazioni introdotte dalla nuova disciplina, ovvero il venire meno dell’obbligo di iscrizione alla categoria 3-bis dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali per effettuare le operazioni di raccolta e trasporto dei raee ritirati. Non sarà un liberi tutti, avverte il CdC. “L’obbligo di iscrizione all’Albo viene trasformato nell’obbligo di iscrizione al Centro di Coordinamento, per indicare sia il luogo in cui avviene il deposito dei raee sia i quantitativi gestiti” chiarisce Longoni. Il mancato rispetto dell’obbligo di iscrizione si tradurrà nell’impossibilità, per l’operatore, di accedere alle modalità semplificate di gestione.
“Resta quindi un solido principio di tracciabilità – afferma Longoni – e anzi si punta a fare meglio rispetto al passato”. A fronte di una categoria, la 3-bis, che a oggi conta circa 11 mila 500 imprese, “stimiamo infatti siano circa 250 mila i soggetti che vendono apparecchiature elettriche ed elettroniche. La vera sfida – spiega – sarà censirli tutti, consentendo agli organi di controllo di fare il loro lavoro e intervenire su chi gestisce i raee in maniera non corretta, e in molti casi nell’illegalità. Il nostro portale – aggiunge – è già operativo, così come resta valida la possibilità, per i soggetti che lo volessero, di iscriversi come luogo di raggruppamento raee e ricevere quindi il servizio di ritiro gratuito”. In questo caso, e solo in questo caso, gli operatori non saranno più obbligati a effettuare la comunicazione annuale al CdC, visto che i quantitativi gestiti risulteranno già censiti. “Una semplificazione ulteriore – chiarisce Longoni – sempre nel rispetto del principio di tracciabilità“.