Plastica, in Ue crollano gli investimenti in nuova capacità di riciclo

di Redazione Ricicla.tv 02/12/2024

Tra 2022 e 2023 gli investimenti in nuova capacità di selezione e riciclo dei rifiuti di plastica in Ue sono passati da 1 miliardo a 500 milioni di euro. Il comparto paga gli alti costi di produzione e la concorrenza insostenibile dei polimeri di importazione, spiega Plastics Recyclers Europe secondo cui molti operatori sono già stati costretti a chiudere. “A rischio gli obiettivi del nuovo regolamento imballaggi”, avverte l’associazione


Il 2023 si conferma anno nero per l’industria europea del riciclo della plastica. Tra gli alti costi dell’energia e della manodopera e la concorrenza spinta dei polimeri vergini e riciclati importati da paesi extra Ue, spesso in assenza di controlli, il settore è al centro di una crisi di competitività che rischia di mettere a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi di circolarità fissati a livello europeo. Lo dicono gli ultimi dati pubblicati da Plastics Recyclers Europe sugli investimenti in nuova capacità di trattamento, che nel 2023 hanno fatto segnare un +6% consentendo al settore di raggiungere i 12,3 milioni di tonnellate, di cui 150 mila dedicate al riciclo chimico. Un dato solo in apparenza positivo, ma che se confrontato con gli anni precedenti restituisce la misura della crisi nera che attanaglia il settore.

Se nel 2021, infatti, PRE aveva registrato un +17% negli investimenti rispetto all’anno precedente, propiziato anche dalla ripartenza post pandemica, già nel 2022 la crescita aveva fatto segnare un +10%, con un rallentamento legato soprattutto al calo della domanda di polimeri riciclati made in Ue, più costosi della plastica vergine e dei polimeri di importazione. “Le sfide che il settore del riciclo della plastica ha dovuto affrontare nel 2022 sono state confermate dagli ultimi dati per il 2023 – ha affermato Ton Emans, presidente di Plastics Recyclers Europe, secondo cui – gli investimenti si sono dimezzati, con solo 500 milioni di euro nel 2023 rispetto a 1 miliardo di euro iniettati nel 2022”.

Il dimezzamento degli investimenti, spiega PRE, si è accompagnato alla sensibile contrazione dei fatturati delle circa 850 imprese operanti sul mercato Ue, calati per la prima volta del 12,5% rispetto al 2022, raggiungendo i 9,1 miliardi di euro stimati. La fase di stagnazione ha già lasciato sul campo diversi operatori, avverte l’associazione, costretti “a chiudere le proprie strutture – scrive PRE – a causa di difficili condizioni di mercato: domanda in diminuzione, costi elevati dell’elettricità e mancanza di competitività con materiale vergine ed importato extra Ue”. In particolare, si legge, “l’inondazione di materiale importato con contenuto riciclato dichiarato, sta mettendo a rischio la sopravvivenza degli impianti di riciclo europei che non possono competere con prezzi più bassi e sono obbligati a funzionare a velocità ridotta”.

Una congiuntura negativa che, spiega l’associazione, non contribuisce a recuperare le disparità tra Stati membri dell’Ue in termini di capacità di raccolta, selezione e riciclo dei rifiuti in plastica, esponendo diversi paesi “al rischio di mancato raggiungimento dei diversi obiettivi fissati dal nuovo regolamento europeo sugli imballaggi”. Nuovi target di contenuto minimo riciclato al 2030, a partire da imballaggi alimentari e sensibili al contatto che, afferma PRE, hanno il potenziale per ridare vitalità agli investimenti. A confermarlo sono anche i numeri rilevati in due settori diversi dal packaging, quelli del trattamento dei rifiuti elettrici e delle automobili a fine vita, che nonostante la fase complicata nel 2023 hanno visto incrementare del 15% la capacità di recupero delle componenti plastiche proprio “sulla scorta della proposta di introdurre nuovi obiettivi di contenuto riciclato nei prossimi anni e dal crescente interesse da parte dei rispettivi settori”. I vincoli di contenuto minimo, insomma, possono essere una leva fondamentale per rilanciare il settore ma occorre scongiurare il rischio che possano essere raggiunti utilizzando polimeri di importazione a buon mercato, avverte PRE. “Implementare norme più rigorose e armonizzate creando condizioni di parità per tutti gli attori in campo è il primo pilastro per costruire una ripresa solida e un percorso futuro per questo settore”.

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