Plastica, in Ue crolla la produzione di polimeri riciclati

di Redazione Ricicla.tv 19/11/2024

Nel 2023 la produzione di plastica in Europa è calata dell’8,3%. Per la prima volta sono diminuiti anche i volumi di polimeri riciclati. L’allarme di Plastics Europe: “Servono interventi per riconquistare competitività”


La crisi di competitività dell’economia europea non risparmia l’industria delle plastiche riciclate. Lo scorso anno i volumi della produzione di polimeri secondari derivanti dal riciclo meccanico di scarti pre e post consumo hanno fatto segnare per la prima volta in assoluto una contrazione rispetto all’anno precedente, seguendo il trend negativo dell’intera industria continentale dei materiali polimerici, che ha visto i volumi della produzione passare dai 58,9 milioni di tonnellate del 2022 ai 54 del 2023. Un declino dell’8,3%, riporta Plastics Europe nell’ultimo report annuale, stando al quale sul fronte della produzione di plastiche riciclate meccanicamente a partire da scarti post consumo la produzione si è attestata a 7,1 milioni di tonnellate, con una contrazione del 7,8%. Tutto questo a fronte di un aumento del 3,4% nei livelli globali della produzione, a indicare, spiega Plastics Europe, “che la quota dell’Europa nel mercato globale è ulteriormente scesa al 12%”.

Una perdita di competitività che si inscrive nel quadro della “lenta agonia” dell’intera industria Ue, come l’ha definita Mario Draghi nel suo rapporto sullo stato di salute dell’economia dell’Unione. “Come gran parte della base industriale dell’Ue – scrive Plastics Europe – i produttori di plastica si trovano attualmente ad affrontare costi di produzione elevati determinati da fattori quali gli elevati prezzi dell’energia e delle materie prime, l’inflazione persistente e la limitata disponibilità di materie prime circolari. Ciò coincide con la scarsa crescita europea e la recessione in alcune economie e settori chiave europei”. “La dura verità – chiarisce Marco ten Bruggencate, presidente di Plastics Europe – è che stiamo già assistendo alla chiusura degli impianti di produzione dell’Ue, con conseguente delocalizzazione dell’industria, posti di lavoro e investimenti sostenibili”. Una congiuntura che “minaccia la sostenibilità della catena europea del valore della plastica che attualmente sostiene oltre 1,5 milioni di posti di lavoro in 51.700 aziende e ha generato più di 365 miliardi di euro di fatturato all’interno dell’Ue nel 2023”.

A farne le spese, avverte Plastics Europe, è la transizione del materiale fossile per antonomasia verso modelli sempre più circolari. “Nonostante l’Europa mantenga la quota più elevata di plastica circolare rispetto alla sua produzione totale, pari al 14,8%, l’aumento dello 0,7% dal 2022 indica una tendenza al rallentamento”, si legge nel rapporto. Oltre al calo della produzione da riciclo meccanico, nel 2023 in Europa sono state prodotte solo 0,12 milioni di tonnellate di plastica da riciclo chimico mentre la produzione di plastica bio-based è aumentata ma di poco, fino a raggiungere 0,8 Mt. Un rallentamento che interessa, e molto da vicino, anche l’industria italiana, seconda dietro la Germania per volumi della produzione sia in termini di riciclo (15% a fronte del 22%) che di bioplastiche (34,2% a fronte del 40%).

Per questo, scrive l’associazione, servono interventi urgenti sul piano politico e regolatorio, dall’introduzione di obiettivi vincolanti di contenuto riciclato all’accettazione tempestiva del bilancio di massa per certificare i contenuti di materia riciclata proveniente da riciclo chimico, passando per procedure di autorizzazione semplificate e per interventi di natura fiscale che restituiscano competitività all’industria. Ma, chiarisce Plastics Europe, servono anche “sistemi di monitoraggio e certificazione per garantire che le importazioni soddisfino gli standard dell’Ue”. Il rischio, denunciato nelle scorse settimane anche dai riciclatori, è che la plastica made in Europe possa soccombere di fronte alle importazioni di polimeri e manufatti prodotti in paesi extra europei a condizioni più vantaggiose e immessi sul mercato unico a prezzi più bassi. “Materie plastiche importate che non sempre soddisfano gli standard Ue – dice Marco ten Bruggencate – la transizione alla circolarità – spiega il presidente di Plastics Europe – avrà successo solo se la politica implementerà urgentemente le condizioni quadro necessarie per riconquistare la nostra competitività e fornire un’attraente prospettiva a lungo termine per gli investimenti nella circolarità. La finestra di opportunità è stretta e il momento per un’azione coraggiosa è adesso”.

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