Continua il crollo delle esportazioni di rifiuti in carta e plastica verso la Cina, per effetto del bando entrato in vigore nei primi mesi del 2018. A confermarlo sono gli ultimi dati resi noti da Eurostat e riferiti allo scorso anno quando, secondo l’istituto europeo di statistica, i Paesi Ue avrebbero spedito in Cina appena 14mila tonnellate di scarti in plastica. Vale a dire il 90% in meno rispetto alle 1,4 milioni di tonnellate del 2016. Già nel 2018, ricorda Eurostat, all’indomani dello stop all’import di 24 categorie di rifiuti i volumi di scarti plastici in ingresso in Cina erano scesi a 50mila tonnellate.
Leggermente meno drastico il crollo sul mercato della carta da macero, che fino all’entrata in vigore del bando vedeva nella Cina il principale sbocco per i materiali che i riciclatori europei non riuscivano a piazzare nelle cartiere del Vecchio Continente. Nel solo 2016 erano stati 5 i milioni di tonnellate spedite dall’Ue ai trasformatori del Dragone, dimezzatisi nel 2018 per poi scendere a meno di 700mila tonnellate nel 2019, con un calo nell’ordine dell’86% rispetto al periodo pre-bando.
Ma dove finiscono i rifiuti che prima spedivamo in Cina? Secondo Eurostat, le nuove rotte dei rifiuti in plastica portano verso Malaysia (24% del totale esportato dall’Ue nel 2019), Turchia (17%) e Indonesia (6%), con il totale delle esportazioni passato da 2,6 a 1,5 milioni di tonnellate nel periodo che va dal 2016 al 2019. Per la carta da macero invece i nuovi mercati di riferimento sono India (19% del totale esportato dall’Ue nel 2019), Indonesia (17%), Turchia (12%), Vietnam (11 %) e Thailandia (10%), con la Cina che continua ad assorbire il 12% dell’export complessivo, mentre il totale delle esportazioni è passato da 7,4 a 5,8 milioni di tonnellate tra 2016 e 2019.