Mettiamolo subito in chiaro. No, quest’articolo non parla della virulenta diffusione dell’ultima trovata targata Nintendo, “Pokémon Go”, e sì, parla di rifiuti. Di Raee, nella fattispecie. Qual è l’attinenza? È presto detto. Oltre a spopolare tra utenti di ogni età ad ogni latitudine, l’applicazione ludica in grado di offrire un’esperienza di realtà aumentata per catturare piccoli mostri virtuali nello scenario della vita reale rappresenta un’eccellenza anche da un punto di vista tecnologico oltre che di marketing. Anche se tutti abbiamo in tasca uno smartphone, tra geolocalizzazione, funzioni social, fotocamera e realtà virtuale, l’esperienza videoludica rischia di essere deludente, se non addirittura frustrante, senza un device ad alte prestazioni.
Lungi da noi incentivare i nostri lettori a cambiare smartphone per cimentarsi in quello che (vale la pena ricordarlo) resta un giochino; sta di fatto che l’obsolescenza dei dispositivi ad alta tecnologia è sempre più rapida ed è difficile escludere che un fenomeno di massa come quello di “Pokémon Go” possa favorire l’indulgenza verso prassi consumistiche. Se proprio deciderete di comprare un nuovo dispositivo mobile più performante per collezionare i mostriciattoli virtuali, però, non vi toccherà fare spazio nel cassetto per aumentare un’altra collezione: quella dei vecchi telefonini. Anzi, potrete azzerarla anche senza fare nuovi acquisti.
Da oggi, infatti, l’economia circolare ha un nuovo alleato: si chiama “1 contro 0” e no, non stiamo parlando di una qualche missione contemplata dalla suddetta applicazione. Non si parla più di piccoli mostri, ma di piccoli Raee. Pubblicato il 7 luglio in Gazzetta Ufficiale, entra infatti in vigore oggi il regolamento che permette di disfarsene gratuitamente presso i negozi di elettrodomestici. Non in tutti i negozi, però, e – come detto – solo le apparecchiature più piccole.
Sono infatti obbligati al ritiro i distributori con superficie di vendita di apparecchiature elettriche ed elettroniche al dettaglio di almeno 400 mq, mentre per i punti vendita di dimensioni inferiori, così come per la grande distribuzione online, il ritiro gratuito dei piccoli Raee resta facoltativo. Perchè un Raee sia considerato adatto al ritiro “1 contro 0″, è necessario che almeno uno dei suoi lati abbia dimensione inferiore ai 25 cm.
Per “acchiapparli tutti” (o comunque per aumentare la raccolta) i distributori dovranno allestire un “luogo di raggruppamento” – va bene anche quello utilizzato per i rifiuti ritirati in “1 contro 1″ – ed avviare a trattamento i Raee depositati “ogni sei mesi, o in alternativa quando il quantitativo raggruppato raggiunge complessivamente i 1.000 Kg”. In ogni caso, specifica il decreto, “la durata del deposito non può superare un anno”. I gestori dei punti vendita dovranno inoltre adempiere all’obbligo di tenuta dei registri di carico e scarico. Il trasporto dei rifiuti presso gli impianti di destinazione autorizzati potrà essere effettuato dal distributore stesso o da un’azienda terza previa iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali e dovrà essere accompagnato da uno specifico documento di trasporto, il cui format è allegato al decreto attuativo.
Si tratta di una delle misure di adeguamento alla disciplina europea per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche per cui da gennaio 2016 gli Stati membri dovrebbero puntare ad una raccolta del 45% dell’immesso a consumo. In Italia significherebbe raggiungere una raccolta pro-capite pari a 7,5 kg l’anno, ma nel 2015 ci siamo fermati poco al di sopra di quota 4 kg. Nel 2019 il target si alzerà al 65%: la “caccia” è aperta.