Best performance per la filiera di gestione degli oli minerali usati, che chiude il 2021 con 186mila tonnellate di olio minerale usato raccolto e il 46,4% di immesso a consumo, pari a 400mila tonnellate di oli lubrificanti. Questo il quadro emerso dal Rapporto di Sostenibilità 2021. Piunti: “CONOU è eccellenza a livello europeo e mondiale”
Con 186mila tonnellate di olio minerale usato raccolto nel 2021, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente, con il 46,4% di immesso a consumo, pari a 400mila tonnellate di oli lubrificanti e un tasso di rigenerazione che supera il 98%, il consorzio nazionale degli oli minerali usati, CONOU, recupera terreno dopo la caduta dei consumi provocata nel 2020 dalla pandemia, quando la raccolta raggiungeva quota 171mila tonnellate. Questi solo alcuni dei numeri emersi nel corso della presentazione del Rapporto di Sostenibilità 2021, frutto del lavoro di un filiera che, dalla raccolta alla rigenerazione, trasforma in nuova risorsa un rifiuto altamente pericoloso.
“Oggi riusciamo a chiudere il ciclo dell’economia circolare in modo sostanzialmente completo – dichiara Riccardo Piunti, presidente CONOU – e questo rappresenta un punto di forza per il consorzio, che è riconosciuto come eccellenza a livello europeo e mondiale. Senza interferire sul mercato e sul rapporto fra chi raccoglie e chi rigenera, siamo in grado di controllare i flussi e di garantire priorità alla rigenerazione, che è un principio stabilito dall’Europa. Operando su un sistema di qualità riusciamo a ottenere risultati così importanti”.
Stando ai dati del report, del totale raccolto nel 2020 solo 4 tonnellate di oli minerali usati sono state avviate a termodistruzione, 3,6mila tonnellate a recupero energetico, mentre ben 183mila tonnellate sono state destinate a rigenerazione, corrispondenti a oltre il 98% del totale raccolto, quota di gran lunga superiore rispetto alla media europea del 60%. Le imprese di rigenerazione hanno così ottenuto 125mila tonnellate di basi rigenerate, cui vanno aggiunte le 38mila tonnellate di altri prodotti, tra cui gasoli e bitumi. Numeri che consento alla filiera di chiudere il ciclo, generando un risparmio sulla bilancia energetica del Paese, tanto più significativo alla luce della crisi geopolitica in atto.
“Il 2022 si presenta come un anno molto critico – aggiunge Piunti – perché il tema dell’energia impatta su tutte le nostre aziende in maniera importante. Con le risorse di cui il consorzio dispone, derivanti dalle aziende che ci hanno dato l’incarico di raccogliere e rigenerare l’olio, cerchiamo di supportare le nostre imprese. Oggi i numeri ci dicono che il gas è quintuplicato, così come l’energia elettrica, ma dobbiamo abituarci a queste isterie di mercato. Non possiamo accettare che la ruota si fermi”.
Il 2021, dunque, presenta trend positivi per il consorzio che con la sua attività genera benefici lungo tre assi che corrono paralleli: ambiente, salute umana ed economia. Infatti, con la sua attività il CONOU ha evitato la dispersione di 89,5mila tonnellate di emissioni di CO2 in atmosfera, ha risparmiato all’anno 1,2 milioni di tonnellate di impoverimento di carbonio nel suolo e 38 milioni di m3 di acqua, evitando la produzione del 97% di tonnellate di clorobenzene equivalente, tossico per l’uomo.
“Negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità dei cittadini sul tema dell’economia circolare – afferma l’on. Chiara Braga, commissione ambiente Camera dei Deputati – e dei benefici economici e ambientali della corretta gestione dei rifiuti. È importante dimostrare che da comportamenti responsabili possa derivare un beneficio. Per questo noi insistiamo molto sul tema della corretta gestione e della realizzazione degli impianti che servono poi a concretizzare gli sforzi derivanti da una corretta raccolta differenziata, perché ci sia la percezione da parte dei cittadini che il loro impegno si possa tradurre in benefici per l’ambiente e minori costi“.
L’attività del consorzio ha generato effetti positivi anche in termini economici e sociali, con un impatto economico pari a 68 milioni di euro, impiegando 1.231 persone lungo la tuta la filiera. Inoltre, l’attività di recupero degli oli minerali usati favorisce una notevole riduzione del fabbisogno di materie prime, aspetto particolarmente rilevante per l’Italia che dipende in larga parte dalle importazioni di petrolio. Le circa 184mila tonnellate di oli usati complessivamente rigenerati nel 2021 hanno consentito un risparmio di circa 82,6 milioni di euro di importazioni di greggio in Italia. Un dato che, riportato alle quotazioni del petrolio attuali, potrebbe aggirarsi a valori superiori ai 150 milioni di euro. Eppure, a fronte delle ottime performance ottenute dal consorzio, resta ancora il nodo delle autorizzazioni, che seguendo iter troppo lunghi e articolati, rallenta la corsa dell’economia circolare italiana.
“L’aspetto più importante su cui le istituzioni dovrebbero concentrarsi maggiormente è la garanzia di iter autorizzativi brevi, a fronte di investimenti che in questo Paese si concretizzano in cinque anni – spiega Stefano Ciafani, presidente Legambiente – in altri paesi Ue, invece, ne basta solo uno. Piuttosto che dare dei fondi, è fondamentale che le istituzioni garantiscano che dopo un anno il progetto venga autorizzato o meno e, in caso negativo, è importante che siano illustrate le modifiche impiantistiche da apportare al progetto in questione. L’elemento più importante è la certezza dei tempi, non la certezza degli incentivi. Credo che da questo punto di vista dovremmo fare grandissimi passi in avanti”.
la Rigenerazione degli oli minerali esausti in italia non e’ come dichiara il presidente Conou.e\Esistono due impianti,il primo quello” Viscolube” con due impianti:Frosinone e Rho.ottiene oli uguali o superiori a quelli derivati dal greggio.il secondo,in Casalnuovo di Napoli Ra.M.oil..e’un pezzo di ferro arruginito,con una colonna di distillazione che parde da tutte le componenti,il presidente Conou dichiara che questo obsoleto,pseudo,impianto dispone della miglior tecnologia al mondo.Falso, il ciclo chimico:acido,terra ,idrossido,soda,carbone e altri chimici, da 59 anni,la RA.M.OIL.S.P.A. usa il ciclo chimico.(spiegazioni a richiesta) produce oli cancerogeni dal 1963, perche’ contengono”Polinucleari Aromatici Chiunque desideri una completa documentazione scientifica(prego ci interpelli)Unico rimedio per questo ferro”denominato”impianto”E’ CHIUSURA IMMEDIATA.
TUTTE LE AUTORITA’ COMPETENTI AL MOMENTO SONO AGGIORNATE,COME LA CONTESTAZIONE DELLA AUTORIZAZZIONE AMBIENTALE E ALTRE.
CARETTI FAMILY GROUP INC
ALDO CARETTI
LOS ANGELES SETTEMBRE.3.2022.
nessuna risposta a quanto si riporta in merito ad”oli minerali rigenerati con procedimento chimici e tecnologie inquinanti sono”cancerogeni”
aspetto.richieste in merito.
aldo caretti
los angeles 11.14.2022.