Inquinamento: troppi rifiuti, l’Ue è lontana dai target al 2030

di Redazione Ricicla.tv 04/03/2025

L’Unione europea è ancora lontana dai target di riduzione dell’inquinamento al 2030: pesa, tra gli altri, l’elevata produzione di rifiuti, che nei prossimi cinque anni l’Ue dovrebbe dimezzare e che invece continua ad aumentare


Calano l’inquinamento marino, quello da pesticidi e la contaminazione da antibiotici, ma il passo dell’Unione europea sul cammino per la riduzione dei livelli di contaminazione resta lento e incerto. E, soprattutto in materia di rifiuti, sembra già destinato a non raggiungere gli obiettivi al 2030. È quanto emerge dall’ultimo report della European Environment Agency sullo stato di avanzamento del piano ‘zero pollution’ lanciato nel 2021 dalla Commissione Ue per portare entro il 2050 l’inquinamento di aria, suolo e acqua su livelli “non più considerati dannosi per la salute dell’uomo e degli ecosistemi naturali”, fissando una serie di target intermedi al 2030. L’appuntamento è dietro l’angolo ma gli Stati membri, dicono i numeri, non riescono a tenere il passo delle ambiziose politiche anti inquinamento dell’Ue. A fronte di undici macro-target individuati, infatti, il report traccia un “quadro variegato”: in due casi l’Unione è “sulla strada giusta”, in tre il raggiungimento dell’obiettivo è “probabile”, mentre nei restanti casi è “improbabile” o peggio “fuori portata”.

“La buona notizia è che nel complesso stiamo andando nella giusta direzione – ha dichiarato la commissaria Ue all’ambiente Jessika Roswall – ma le sfide rimangono. Dobbiamo quindi concentrarci su una migliore attuazione sul campo negli Stati membri”, ha detto. Stando al report, l’Ue è sulla buona strada per raggiungere il taglio del 55% di morti premature dovute a polveri sottili, calate del 45% tra 2005 e 2022, e per ridurre della metà l’uso dei pesticidi chimici, diminuito del 46% tra 2018 e 2022. Resta probabile il dimezzamento dell’utilizzo dei più pericolosi pesticidi chimici e degli antibiotici nell’allevamento. Bene anche la riduzione dei rifiuti nel mare, che l’Ue punta a tagliare del 50%, ma le microplastiche rilasciate nell’ambiente continuano invece ad aumentare, tanto da far risultare fuori portata l’obiettivo di ridurle del 30%. Così come risulta al momento irraggiungibile l’obiettivo di dimezzare i rifiuti urbani residui, calati solo del 16% tra 2004 e 2022. Complessivamente, è improbabile che l’Ue riesca a ridurre “significativamente” la produzione dei rifiuti, visto che tra 2010 e 2022 questa è addirittura cresciuta del 3,3%.

Secondo l’EEA, nonostante il quadro di policy messo in campo, soprattutto nella cornice del Green Deal, restano troppo elevati i livelli di inquinamento dovuti al rumore nocivo, alle microplastiche, ai nutrienti e ai rifiuti. In quest’ultimo caso, nello specifico, anche a fronte dell’aumento costante del riciclo e della riduzione dello smaltimento in discarica (-61% tra 2010 e 2022) “l’obiettivo al 2030 di dimezzare la produzione di rifiuti urbani è minacciato dall’aumento della produzione di rifiuti, dalla dipendenza eccessiva dall’incenerimento e dalla mancanza di progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e da una limitata capacità di raccolta e riciclo dei rifiuti organici”. Tuttavia, chiarisce l’EEA, anche se tutti gli Stati membri dovessero raggiungere l’obiettivo di riciclo fissato al 60% dei rifiuti urbani entro il 2030, i livelli di produzione elevati metterebbero comunque a rischio il target del dimezzamento dei rifiuti residui.

Insomma, accanto a investimenti e incentivi per la raccolta differenziata e il riciclo, spiega il report, serve soprattutto un maggiore impegno sul piano della prevenzione. Senza dimenticare, si legge, che più in generale la promozione di pratiche di economia circolare aiuta a prolungare “la durata di vita dei materiali e dei prodotti, riducendo la necessità di materiali vergini, minimizzando la produzione di rifiuti e diminuendo anche l’inquinamento derivante dall’estrazione e dalla lavorazione delle risorse”. Un approccio che, ricorda l’EEA, la Commissione Ue si è impegnata a estendere in maniera trasversale ai principali settori dell’economia e dell’industria continentale, dagli approvvigionamenti di materie prime critiche alla produzione di batterie passando per l’automotive. “Iniziative come la Bussola per la Competitività e il Clean Industrial Deal incoraggeranno l’economia circolare – ha detto Roswall – ciò stimolerà la domanda di materiali secondari, con un minore inquinamento derivante dall’uso delle risorse o dai rifiuti, e allo stesso tempo rafforzerà il nostro modello economico competitivo basato su tecnologie pulite e basse emissioni di carbonio”, ha dichiarato la commissaria.

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