Pubblicata la proposta di regolamento end of waste sui rifiuti inerti da spazzamento. Gava: “Massimizzare il recupero e ridurre la discarica”. Nel 2022, secondo ISPRA, sono state avviate a recupero oltre 500mila tonnellate di residui da pulizia stradale
Agevolare il recupero dei rifiuti inerti da pulizia stradale, trasformandoli in materiali da reimpiegare in edilizia e nelle infrastrutture. Dopo tessili e membrane bituminose il Ministero dell’Ambiente ha presentato la terza proposta di decreto ‘end of waste’ nell’arco di tre mesi, stavolta sui rifiuti da spazzamento. Una accelerazione con la quale il MASE punta a recuperare i ritardi accumulati rispetto al cronoprogramma della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, che per tessili e spazzamento prevedeva la pubblicazione dei decreti tra il primo e il terzo trimestre dello scorso anno. Per i prossimi 30 giorni lo schema di regolamento sarà aperto alla consultazione dei portatori d’interesse. Successivamente il testo sarà inviato al Consiglio di Stato per il parere di rito e alla Commissione europea per i canonici 90 giorni di ‘stand still’.
Una volta in vigore, il regolamento stabilirà i criteri specifici in virtù dei quali le componenti inerti dei rifiuti da spazzamento potranno perdere la qualifica di rifiuto e acquisire quella di materia prima seconda ‘end of waste’, ovvero un prodotto a tutti gli effetti. “L’obiettivo è massimizzare il recupero di materiale inerte da spazzamento e promuoverne il riutilizzo, riducendo il conferimento in discarica”, ha dichiarato la vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava. Accelerando così un trend già in atto da diversi anni. Secondo ISPRA, infatti, le quantità di rifiuti da spazzamento stradale avviate a recupero sono passate da poco più di 384mila tonnellate nel 2019 a quasi 500mila nel 2022.
Il testo presentato dal MASE stabilisce, tra gli altri, i codici rifiuto ammissibili, i requisiti minimi delle operazioni di recupero, i parametri di contaminazione da ricercare negli aggregati inerti generati dal trattamento e la loro destinazione finale. Proprio come nel nuovo decreto sui rifiuti da costruzione e demolizione, la proposta sui residui da spazzamento contiene una tabella differenziata, con limiti di concentrazione modulati in base all’impiego finale degli aggregati. Le soglie proposte sono più restrittive per l’utilizzo in applicazioni dirette al suolo come recuperi ambientali, riempimenti e colmate, mentre le quantità tollerate sono più elevate in applicazioni come sottofondi stradali, strati di fondazione e miscele bituminose. Per il confezionamento di malte e calcestruzzi, invece, l’unico parametro proposto è quello per l’amianto, fissato a 100 mg/kg come per tutti gli altri utilizzi.
Una volta in vigore, il regolamento andrà ad affiancare, integrandole, le disposizioni in materia di recupero degli inerti contenute nel nuovo decreto ‘end of waste’ sui rifiuti da costruzione e demolizione, che stando a quanto comunicato dalla vice ministro Gava sarebbe “pronto alla firma”. Proprio i limiti troppo restrittivi della prima versione del decreto, e le proteste delle imprese dell’edilizia – in testa l’associazione dei riciclatori ANPAR – avevano spinto il Ministero a riaprire il tavolo di lavoro sul testo e, successivamente, a presentare un nuovo regolamento. Un “lavoro incredibile a più mani, condotto ascoltando gli stakeholders e monitorandone gli effetti sul campo per rimuovere le criticità” ha detto Gava. Criticità che nella proposta di regolamento sui rifiuti da spazzamento il MASE sembra deciso a prevenire alla fonte.