L’incendio del tmb di Malagrotta è il quarto rogo su quattro strutture di trattamento meccanico biologico al servizio della Capitale, ma “grazie ai contratti in essere dentro e fuori regione e all’estero risponderemo all’incidente senza andare in emergenza”, ha garantito ai microfoni di Ricicla.tv l’assessora capitolina ai rifiuti Sabrina Alfonsi
Cosa sia successo con esattezza nel pomeriggio del 24 dicembre “ce lo dirà chi sta indagando“. Quel che è certo è che l’incendio divampato nell’impianto tmb di Malagrotta a Roma – quarto rogo su quattro strutture di trattamento meccanico biologico dei rifiuti al servizio della Capitale, il secondo a Malagrotta nel giro di 18 mesi – “pregiudica fortemente il livello di conferimento negli impianti”, spiega l’assessora comunale ai rifiuti Sabrina Alfonsi. Che però chiarisce: “grazie ai contratti in essere risponderemo all’incidente senza entrare in emergenza”.
Assessora, cosa è successo?
“Questo ce lo dirà chi sta indagando sull’avvenimento, e soprattutto i tecnici dell’impianto. La cosa certa è che il 24 nel primo pomeriggio ha preso fuoco il secondo tmb di Malagrotta (il primo, come ricordate, aveva preso fuoco 18 mesi fa) in una situazione particolare: all’interno c’erano pochi rifiuti visto che in quella giornata l’impianto sarebbe stato non attivo. Un impianto per noi molto importante, visto che portiamo lì circa un quarto dei rifiuti della Capitale, per cui è chiaro che questo pregiudica fortemente il livello di conferimento negli impianti. Da pomeriggio stesso quindi AMA e il Comune si sono messi al lavoro per trovare gli sbocchi. Per fortuna in quei giorni l’impianto sarebbe stato chiuso, quindi c’erano comunque 48 ore di tempo per trovare soluzioni, per quanto in emergenza”.
Sono quattro gli incendi che negli ultimi anni hanno colpito i tmb al servizio di Roma. Il sindaco Roberto Gualtieri non ha escluso l’ipotesi criminale. Dobbiamo pensare sia così?
“Come ha già detto il sindaco Gualtieri, non escludiamo alcuna pista e confidiamo nella magistratura. Certo, il fatto che sia successo il 24 dicembre e che i rifiuti nell’impianto fossero molto pochi sono elementi che necessitano un’attenzione particolare. Questo è il quarto incendio, ed è arrivato in un contesto che non era di emergenza, visto che da due anni stiamo lavorando per chiudere il ciclo, sia con i nuovi impianti che con nuovi contratti che garantiscano il corretto trattamento dei rifiuti della Capitale”.
Il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, l’On. Jacopo Morrone, ha annunciato un sopralluogo presso l’impianto. Cosa vi aspettate dall’arrivo dei commissari?
“Ringrazio il presidente e la Commissione tutta. Come ha ripetuto anche il sindaco Gualtieri, sin dai momenti immediatamente successivi all’incendio tutte le istituzioni hanno lavorato insieme per scongiurare una nuova emergenza e per comprendere fino in fondo la dinamica dell’episodio. Siamo in contatto con governo, Questura e Prefettura e abbiamo chiesto un presidio sui rimanenti impianti al servizio della Capitale, quelli di AMA, altrimenti c’è il rischio che la Capitale possa entrare in una seria crisi. Ci auguriamo che la presenza della Commissione possa aiutare a fare chiarezza sull’incendio del 24 e anche su quello di 18 mesi fa”.
Quella per la messa in sicurezza del ciclo rifiuti è una delle sfide più strategiche per l’amministrazione capitolina. Qual è il cronoprogramma sulla strada verso un regime ordinario di gestione?
“Oggi la Capitale non è in emergenza. L’ultima che abbiamo vissuto risale al maggio scorso ed era legata all’inefficienza di AMA nella gestione dei mezzi, entrati tutti in avaria. In quel frangente siamo intervenuti in maniera molto dura cambiando i vertici dell’azienda. Ora abbiamo contratti in essere dentro e fuori regione, anche all’estero, con un margine di allargamento che ci consente di dare una risposta immediata anche all’incidente del tmb di Malagrotta. È il risultato della gestione oculata degli ultimi due anni, parallela al lavoro che stiamo facendo sugli impianti necessari a mettere Roma in autonomia. Parlo ovviamente sia dei due digestori anaerobici, per i quali abbiamo individuato i siti e chiuso le conferenze di servizi, che degli impianti di valorizzazione della carta e della plastica fino ad arrivare al termovalorizzatore. Che in questo caso è il diretto interessato, visto che il tmb di Malagrotta tratta rifiuti indifferenziati”.