Stando all’ultimo report di sostenibilità di CONAI, nel 2023 il sistema nazionale ha generato oltre 3 miliardi 300 milioni di euro di benefici per l’economia italiana, oltre 23 mila posti di lavoro e un taglio di più di 10 milioni di tonnellate di CO2. Un volano di competitività e decarbonizzazione
Un investimento in circolarità cha ha restituito al paese oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro di benefici per l’economia. A tanto ammonta il giro d’affari generato nel 2023 dal sistema nazionale per la raccolta e avvio a riciclo degli imballaggi, stando alla ricerca curata da The European House Ambrosetti per CONAI e contenuta nell’ultimo rapporto di sostenibilità del consorzio dei consorzi. “Un documento che va oltre la misurazione dei risultati“, spiega il direttore generale di CONAI Simona Fontana, e che restituisce la rappresentazione dettagliata di un modello d’eccellenza, anche sul piano culturale, capace nel 2023 di toccare il 75,3% di riciclo, in anticipo sull’obiettivo europeo al 2030. Un primato, dicono i numeri del rapporto, raggiunto tenendo assieme sostenibilità ambientale, economica e sociale e contribuendo a garantire la competitività dell’economia nazionale lungo il percorso verso gli ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione.
Partendo dagli oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro di benefici generati, e considerando che i ricavi da CAC – quindi i costi sostenuti da produttori e utilizzatori di imballaggi per aderire al sistema di responsabilità estesa – sono stati pari a 718 milioni di euro, si ottiene un moltiplicatore pari a 4,6, calcola Ambrosetti. In termini di benefici per l’economia nazionale, insomma, il sistema nazionale ha più che quadruplicato le risorse investite. Garantendo un volume d’affari diretto di 1 miliardo e 289 milioni di euro provenienti dal Contributo Ambientale CONAI (CAC) e dai ricavi da vendita dei materiali, un impatto indiretto pari a 1 miliardo e 701 milioni di euro legato all’attivazione delle filiere di fornitura e un indotto di 346 milioni di euro, calcolato sui consumi delle famiglie dei lavoratori e delle aziende fornitrici. Il solo contributo effettivo al PIL nazionale, ossia il valore aggiunto generato, è invece stato pari a 1 miliardo e 924 milioni di euro, mentre l’impatto in termini di posti di lavoro, tra diretti, indiretti e indotto, nel 2023 si è concretizzato in un totale di 23.199 occupati. “Il riciclo degli imballaggi è ormai una gamba della nostra economia, un settore che dà materia prima” ha commentato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin“, secondo cui “la circolarità consente oggi al sistema paese di essere efficiente ed economico, generando benefici e benessere”.
“Ogni euro di contributo ne genera oltre quattro e mezzo per l’economia: è ormai evidente come l’uso di materia di secondo utilizzo in sostituzione di materia prima vergine abbia ripercussioni importanti sul nostro sistema economico” commenta il presidente CONAI Ignazio Capuano. Sono 11 milioni e 724 mila le tonnellate di materia vergine che, a livello nazionale, si è evitato di estrarre e utilizzare grazie al riciclo di imballaggi. Un antidoto alla dipendenza dell’Italia dalle importazioni di risorse dai paesi terzi, ma anche una leva di decarbonizzazione. L’utilizzo di materia riciclata in sostituzione di risorse vergini, si legge nel rapporto, ha consentito il taglio di più di 10 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e il risparmio di 50 terawattora nei consumi di energia primaria. Tema, quest’ultimo, che rileva non solo sul fronte della lotta alle emissioni ma anche su quello della competitività, visto che la manifattura nazionale continua a pagare bollette mediamente più salate rispetto ai principali competitor internazionali.
Un volano di competitività e decarbonizzazione, insomma, in sintonia con lo spirito del rapporto di Mario Draghi sul rilancio dell’economia Ue e già in linea con il Clean Industrial Deal annunciato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal nuovo commissario designato per il Clima Wopke Hoekstra. Ma anche e soprattutto un modello sempre più radicato nelle abitudini dei singoli cittadini così come nelle strategie di sviluppo delle imprese. In questo senso, spiega Fontana, il nuovo report di sostenibilità “testimonia un impegno più profondo: diffondere una cultura ambientale che permei il tessuto sociale resta parte essenziale dei compiti che ci sono assegnati”. Numeri, quelli del rapporto, che archiviano definitivamente le polemiche sul nuovo regolamento europeo imballaggi e rispondono alle accuse, mosse nei confronti dell’Italia, di difendere un sistema imperniato esclusivamente sul riciclo e per questo ostile alle nuove previsioni dell’Ue in materia di riempimento e riutilizzo: oggi sono più di 1,2 milioni le tonnellate di imballaggi riutilizzabili immessi a mercato, come pallet, cisterne e bottiglie per il vuoto a rendere, con “una crescita importante e costante negli anni, in particolare nel settore commercio e industria” ha spiegato Fontana.