Nell’attesa che il governo Conte bis torni ad occuparsi della questione end of waste, e dello stallo sul rilascio delle nuove autorizzazioni al riciclo provocato da una sentenza del Consiglio di Stato e aggravato dall’entrata in vigore del decreto Sblocca Cantieri, c’è chi fa da sé provando a scongiurare il blocco totale delle imprese di recupero dei rifiuti. Come la Regione Lombardia, che nei giorni scorsi ha rilasciato una circolare per fornire alle autorità competenti le indicazioni necessarie a garantire una uniforme applicazione delle norme in materia di end of waste. Nel provvedimento si chiarisce che “la norma riportata nello Sblocca Cantieri fa riferimento alla “concessione” di autorizzazioni e non alle autorizzazioni vigenti, né ai prodotti da recupero rifiuti già autorizzati”, mettendo quindi al riparo dal rischio di revoca dei nulla osta le imprese già autorizzate o con autorizzazioni in scadenza.
Un intervento, quello della Regione, resosi necessario a seguito dei numerosi appelli delle associazioni di categoria, come Fise Assoambiente, che per prima ha dato notizia della circolare regionale, che nei giorni scorsi avevano denunciato come il mancato rinnovo delle autorizzazioni avrebbe potuto tradursi in Lombardia (così come nelle altre regioni dello Stivale) nel blocco pressochè totale del sistema di gestione dei rifiuti. Particolarmente delicata la situazione in nel bresciano, dove l’ente provinciale aveva appena avviato la revisione delle autorizzazioni esistenti per le imprese di riciclo “con possibile revoca delle stesse qualora non in linea con l’attuale contesto normativo”. Un’eventualità che, almeno per il momento, sembrerebbe scongiurata.
E se l’intervento della Regione Lombardia mette almeno per il momento al riparo i nulla osta già concessi, per le nuove autorizzazioni c’è poco da fare. In virtù del combinato disposto tra sentenza del Consiglio di Stato e decreto “Sblocca Cantieri”, non se ne possono rilasciare se non per categorie di rifiuto i cui criteri end of waste siano già stati disciplinati da regolamenti comunitari, da norme nazionali o in alternativa dai decreti sul recupero semplificato di oltre vent’anni fa. Uno stato di cose che rischia di soffocare le imprese del recupero, penalizzando soprattutto i processi di riciclo più innovativi e all’avanguardia. Un incubo al quale questo governo, così attento ai temi dello sviluppo sostenibile, si spera possa quanto prima mettere fine.