Il decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione entrerà in vigore il 4 novembre. Nel frattempo il Ministero della Transizione Ecologica fa sapere di essere già al lavoro su una possibile revisione dei parametri contestati dalle imprese della filiera edile
Il nuovo decreto ‘end of waste’ sui rifiuti da costruzione e demolizione entrerà in vigore il 4 novembre, ma il Ministero della Transizione Ecologica (che a breve diventerà dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) è già al lavoro per capitalizzare i 180 giorni di tempo che la norma ha fissato per dare modo al dicastero di valutare e definire eventuali correttivi. Lo ha comunicato il MiTE, chiarendo in una nota che “i tecnici del dicastero, secondo gli indirizzi del ministro Gilberto Pichetto stanno già lavorando con il supporto di ISPRA ed ISS, per acquisire gli elementi tecnici necessari, sotto il profilo ambientale e sanitario, con l’obiettivo di valutare eventuali aggiornamenti al provvedimento, prima del termine di 180 giorni dall’entrata in vigore previsto dalla norma”.
Un “percorso innovativo” quello previsto dal decreto, chiarisce il MiTE, “una sorta di ‘tagliando’, frutto delle interlocuzioni con il Consiglio di Stato, per tenere conto delle specificità applicative e della complessità di un settore che interessa piccole, medie e grandi imprese”. Imprese che nelle scorse settimane avevano lanciato l’allarme sui nuovi parametri fissati dal decreto per le analisi da condurre sugli aggregati riciclati, giudicati come troppo restrittivi e che in quanto tali secondo gli operatori non consentirebbero di produrre materiali riciclati che rispettino la norma. Preoccupazioni alle quali nei giorni scorsi il MiTE aveva già dato una prima risposta dicendosi pronto a valutare una modulazione dei valori tabellari sulla base degli usi cui gli aggregati riciclati sono destinati. “Probabilmente l’approccio tabellare, netto, sui valori limite dev’essere mitigato anche dalle condizioni di utilizzo, cioè da un ricorso più ampio all’analisi di rischio – aveva dichiarato il capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MiTE Laura D’Aprile, nel corso di un workshop coordinato da Città Metropolitana di Milano e Assimpredil Ance “perché – spiegva D’Aprile – un conto è se vado a mettere questi materiali in un giardino pubblico, un conto se vado a metterli sul sottofondo di un autostrada dove ci sono solo veicoli che passano”.
Un’apertura importante, con la quale il MiTE aveva cominciato a tracciare il solco di una possibile via d’uscita dall’impasse, che dovrà diventare un percorso concreto entro il prossimo maggio, quando scadrà il termine dei 180 giorni per il tagliando, che è anche il termine entro il quale le imprese del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione saranno chiamate ad adeguare le proprie autorizzazioni. Ciò significa che la soluzione andrà trovata in tempi strettissimi. “Ci rendiamo conto che il fattore tempo è fondamentale per le imprese – aveva chiarito D’Aprile – non intendiamo utilizzare tutti i 180 giorni. Quello che chiediamo agli operatori è anche di fare una valutazione degli scenari di rischio dei materiali per settore e scenari di utilizzo”. Esami che il MiTE chiede di raccogliere in un dossier di filiera da portare al tavolo di valutazione del provvedimento “che è aperto da luglio”, ricordava Laura D’Aprile.